La Dieta Di Luna 2bj6e

Gabriele Carcano

La dieta di Luna

ovvero

i cetrioli avvelenati

racconti galenici

i farmalibri

© 2011 i farmalibri www.farmalibri.it La Dieta di Luna testi di Gabriele Carcano illustrazioni e copertina di Eva Incocciati per conto di Farmacia Olistica Cataldi Carcano Via Rettifilo 57, Fiuggi [email protected] tel. 0775 515418 - 0775 596065

Edizione digitale: maggio 2012

ISBN: 9788863698473

Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl

racconti galenici

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Vivamente consigliato negli attacchi di diarrea, intolleranze alimentari, sensibilità al glutine, gastrite, nausea, emicrania, prurito, emorroidi, eccetera eccetera.

Farmacia Olistica.

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La Dieta di Luna ovvero I cetrioli avvelenati

Da giovane, ormai decenni orsono, amavo i racconti di fantascienza. Quando oggi la tv ha parlato dei ‘cetrioli avvelenati’ mi è tornato in mente uno di quei racconti. Era la storia del signor Quir, ambientata nel 2054. Parlava dell’alimentazione nel nuovo millennio: una dieta super ecologica, arcicompleta, stragenuina, totalmente esente da ogm, fertilizzanti, coloranti, pesticidi e radioattività. Era chiamata ‘La Dieta di Luna’.

1 - L’intolleranza è globale

In realtà il signor Quir si chiamava Quirino. Nel 2035 furono vietati tutti i nomi con più di cinque lettere. Il linguaggio doveva essere per forza abbreviato, tutti i sostantivi non potevano superare cinque impulsi, bisognava infatti usare pochi bit sui i informatici, come ad esempio nelle e-mail e negli sms. Ormai si comunicava solo così, informaticamente. In quei tempi ognuno viveva nel suo bug, una scatola larga 3 metri e lunga 2, con tutte le comodità. Si poteva scegliere tra 350 ambienti diversi con un solo click: cucina, bagno, salotto, una serra, una piscina, una palestra, una sala da biliardo, anche una piccola chiesa. Nel bug non si viveva male, si spingeva un bottone e il bug si trasformava in studio, officina, negozio. In pratica si lavorava in casa. Non esisteva orario di lavoro, ognuno poteva farlo quando voleva. Purtroppo il costo della vita era tanto alto che si finiva a lavorare 20 ore al giorno.

Per incontrarsi bastava un click, facile e gratuito. Purtroppo fare l’amore era diventata una cosa completamente diversa dall’altro secolo, cosa assolutamente eterea. Incontrarsi poi era un problema vero, troppo costoso. Quir amava Mar. Quando lei gli raccontava tutta la vita lui pendeva dalle sue labbra. Insieme facevano progetti, condividevano sogni. Il più grande era incontrarsi, stare insieme, toccarsi. Per la procreazione, cosa ovviamente ben distinta dal sesso, si usava sublimare il proprio sperma e teletrasportarlo direttamente nell’ovulo dell’amata. Era un pò caro, ma per un figlio questo ed altro.

Tutto era cambiato dall’ultima crisi finanziaria provocata dallo scoppio di un petardo terrorista alla borsa di Tokio.

Si pensò immediatamente ad una bomba batteriologica. Presi dal panico tutti fuggirono e si calpestarono, i computer impazzirono, le porte si bloccarono, l’ossigeno non bastò, la borsa crollò e il puzzo insopportabile provocò più di 2.500 morti e 100.000 feriti. In realtà, ma questo è rimasto trop secret, la causa di tale carneficina era stato il peto di un dirigente della NewColp, intollerante al glutine. Costui emise un peto tanto puzzolente da essere scambiato per una bomba chimica e tutti pensarono si trattasse di un attacco terrorista dei N.I.U. (Nuclei Intolleranti Universali).

Fu comunque questo episodio che portò in tutto il mondo la consapevolezza che le intolleranze alimentari erano diventate un serio problema, forse il più grave del nuovo millennio. L’O.N.R. (Organizzazione delle Nazioni Riunite) convocò un’assemblea generale di banchieri, politici, economisti, notai e sindacalisti, con un enorme dispendio di vino e denaro, per trovare una valida soluzione. Ma tutti, persino i commercialisti, dovettero desistere. Non si riuscì a comprendere la causa di quanto stava accadendo, a determinare che cosa in realtà creava una tale intolleranza globale. I peti intanto andavano moltiplicandosi. Era pandemia. L’aria puzzava ovunque di zolfo, nelle città era irrespirable. Si pensò che tutto fosse causato da un batterio fuggito da un laboratorio, manipolato ad arte e poi inoculato nei cetrioli in un mercato di quartiere. Fu in quel frangente che tutti i giornali parlarono dei ‘cetrioli avvelenati’.

2 - Il capro espiatorio

Quel che stava accadendo è ancora oggi difficile da spiegare. Una varietà di eventi si erano accavallati l’uno sull’altro provocando l’esplosione di sovraccarichi, emicranie e allergie. Non fu possibile trovare un capro espiatorio che permettesse ai governanti di fare finta di niente. Il P.G. (Presidente Globale) fu costretto ad una dichiarazione a reti TV unificate che creò uno scandalo senza precedenti. Disse: «Dobbiamo riconoscere che la malattia è sempre multifattoriale. Significa che dipende da più fattori. Il nostro Governo li sta cercando e opera ogni sforzo per risolvere la situazione. Purtroppo attualmente non è in grado di stabilire le vere cause della epidemia di intolleranza. Ma abbiate fiducia, tutto il Governo è con voi». Un giornalista presente alla conferenza stampa fece una domanda che non doveva fare: «Mi scusi Presidente, questo vuol dire che la Medicina è olistica?» Un altro giornalista (anche lui in seguito condannato ai lavori forzati) ci mise il carico da quaranta: «Signor Presidente, Lei forse vuol dire che la Salute è un equilibrio non solo organico ma anche ambientale, sociale, alimentare? Se è così allora la terapia deve essere obbligatoriamente complementare. Sbaglio?» Il Signor P.G.fece un rapido, sincero cenno di si con il capo. Scoppiò uno scandalo senza precedenti. La scienza lo aveva già detto, più volte, lo aveva ripetuto da anni, ma i politici lo avevano sempre negato, accusato gli scienziati di stregoneria e ridotti in esilio. L’indignazione fu generale. I giovani occuparono pacificamente tutte le piazze informatiche, gli operai entrarono in sciopero, i governi caddero uno dopo l’altro, le opposizioni sparirono dalla circolazione per la vergogna. Nessuno aveva più l’autorevolezza per prendere una decisione, iniziò il tempo dell’anarchia alimentare.

3 - Le cause col senno del poi

Tra le tante ragioni della crisi forse quella determinante, fu una serie di esplosioni nucleari, dovute a bombe atomiche in piccole guerre e a esperimenti per produrre energia. Il danno maggiore, il nocciolo della questione, fu l’esplosione di una centrale in oriente, che per decenni non smise di sputare in aria e nel mare onde di cesio radioattivo. Purtroppo la radioattività non piacque a cetrioli, zucchine e pomodori, che impazzirono. Le coccinelle invece, come i topi e gli scarafaggi, ne andavano matti, tanto che raddoppiarono in breve la loro stazza. Chi più ne ebbe giovamento furono i batteri, diventarono così resistenti da essere ritenuti ormai invincibili, tanto che l’O.G.S (Organizzazione Globale della Sanità) fu costretta a firmare il famoso ‘Trattato di non belligeranza’ del 2024, quello che metteva al bando gli antibiotici in quanto ‘armi di sterminio di massa’.

Ovviamente non fu soltanto la radioattività, contribuirono molti altri elementi. Ad esempio il mare che, per le continue alte maree nere, aveva cambiato consistenza, colore e calore. Un noto profeta degli anni ’60 lo aveva predetto: «Oh mare nero, mare ne… tu eri chiaro e trasparente come me...» Divenne l’inno ufficiale dei giovani indignati. In più la terra, consumata da monoculture intensive e innaffiata da fertilizzanti, pesticidi, diserbanti, anticrittogamici, non produceva più mais e grano, nemmeno tapioca. La soia serviva a far benzina, i semi di girasole venivano utilizzati come sostitutivi del tabacco. Così non c’era più cibo. Gli animali dovevano nutrirsi delle carcasse di altri animali morti. Migliaia di mucche col cuore di mamma impazzirono. Avvoltoi e sciacalli andatono in pensione direttamente in manicomio.

Così accadde anche per frutta e verdura, come i nostri cetrioli, i quali in realtà non erano mai stati avvelenati, come si disse, erano semplicemente diventati pazzi. Putroppo il cetriolo aveva il fisico del ruolo per rappresentare il perfetto capro espiatorio, e così si trovò indiziato di reato e citato dai telegiornali di mezzo mondo come il vero unico responsabile della pandemia di intolleranza.

4 - I cetrioli avvelenati

La favola dei ‘cetrioli avvelenati’ durò poco. Ben presto ci si accorse che tutti i cibi, nessuno escluso, erano in grado di provocare le peggiori intolleranze. In particolare la farina di grano, semplicemente perchè da decenni si mangiava solo quella, a colazione, a pranzo, a merenda e pure a cena. Occorre anche considerare che ogni vivanda veniva conservata e trattata con ogni sorta di additivo per portarla sempre fresca sulle tavole di tutto il mondo. Con tutti questi trattamenti finiva per non contenere più nulla, alcuna sostanza nutritiva, proteine, minerali, vitamine che fossero. La cosa divertente è che nel frattempo, per una precisa legge di mercato, mele, pere, banane, albicocche, nespole, prigne, more e mirtilli, dovevano essere sempre della stessa misura, lucentezza e sapore. Si procedeva quindi alla decolorazione, alla desaporizzazione, devitaminizzazione e poi si aggiungevano additivi, coloranti, vitamine sintetiche e aromi ‘naturali’.

Il termine ‘aromatizzante naturale’, non deve portare in inganno: non si riferiva al fatto che era di provenienza ‘naturale’, voleva semplicemente dire che la sostanza supersintetica corrispondeva a sapori e odori che un tempo esistevano in natura. Finì che negli alimenti si contò in media la presenza di 229 additivi. Nelle sigarette, utilizzate a quel tempo per smorzare i morsi della fame, ne erano presenti fino a 374. Nelle merendine dei bambini non si trovò traccia di cibo. Siccome lo stesso additivo era presente in centinaia di alimenti le mamme non riuscivano a stabilire quando si era superata la dose tossica che provocava sensibilità o intolleranza

Quando scoppiò la catastrofe ci si rese conto che non era più possibile

comprendere pienamente tutte le vere cause. A quale sostanza si era allergici, intolleranti o assuefatti? Non al latte, ma a quel che aveva mangiato la vacca, non al pane, ma al metodo di coltivazione del grano, non all’acqua, ma da quale sorgente era sgorgata. Insomma non c’era una causa unica, la situazione era sfuggita di mano, occorreva un cambiamento epocale. Il dramma fu che il termine ‘cambiamento’, essendo una parola troppo lunga, era sparito da tutti i vocabolari e nessuno più sapeva cosa stesse a significare.

5 - La Dieta di Luna

Anche Quir era diventato intollerante. Non c’era alimento o bevanda che non gli provocasse meteorismo, prurito, rinite, nausea, gastrite, diarrea, a volte una dolorosa emicrania notturna. Il signor Quir non sapeva più cosa mangiare e dimagriva a vista d’occhio. Proprio lui, che da giovane era chiamato ‘il bello’, lui, che era robusto, muscoloso, biondo, adesso era smilzo come una candela. «Purché – diceva tra sé e sé - una fiammella resti sempre accesa». E fu proprio quella fiammella a salvargli la vita e a farlo diventare l’uomo più ricco del mondo. Si accese durante un incubo notturno dovuto ai morsi della fame e all’incipiente mal di testa. Si alzò di scatto, tremante, e cominciò a urlare a squarciagola «Eureka Eureka» correndo a perdifiato nel suo bug in un vorticoso girotondo 3x2. Aveva trovato la soluzione ai suoi problemi, e forse ai drammi di tutta l’umanità. La fiamma aveva illuminato l’idea, messo in moto l’intuizione, stimolato la sua arte.

A dir la verità nel suo animo non c’era alcuna traccia di altruismo, lui pensava solo a se stesso, voleva soltanto riempire il suo stomaco, desiderava sentire di nuovo il gusto della vita. «Si deve pur mangiare!» E mangiare qualcosa che, dai e dai e dai, ora un additivo, ora un conservante, ora un residuo di fertilizzante, ora ora ora… occorreva un qualcosa di puro e genuino. Ed ecco l’idea: ‘La Dieta di Luna.’ Una dieta super ecologica, stracompleta, genuina al cento per cento, totalmente esente da ogm, fertilizzanti, radioattività, coloranti e pesticidi. Una dieta composta esclusivamente da compresse, gocce,

fiale, polveri, granulati, succhi, sciroppi e flebo per ogni gusto e misura.

Quir cominciò ad elaborare una dieta tutta personale. Ad esempio a colazione decise per un caffè sintetico dei caraibi, addolcito con aspartina aromatizzata all’essenza di canna; poi gallette di riso integrale ridotto a ostia e riempito di fibra carbonica per provocare sazietà; e infine acqua iodizzata arricchita quanto basta. E così fece per il pranzo, per la cena e per lo spuntino di mezza mattina.

Ora doveva procedere alla preparazione dei pasti. Purtroppo in quei tempi le cose o si facevano in grande o non si facevano affatto. Se avesse infatti voluto prepararsi qualcosa per sè, ad esempio delle semplici compresse energetiche, avrebbe dovuto acquistare una centrifuga, una sminuzzatrice, una compressatrice e tutta una serie di ammennicoli, non ultima la cappa e lo spazio di ben quattro bug. Ricordò quando il nonno, ai suoi tempi, si mise in testa di costruire un pollaio per produrre da solo le uova. Comprò i pulcini, delimitò un recinto per la ‘raspa’, lui diceva così. Quando finalmente ebbe le prime uova fece un po’ di conti, si accorse che un solo uovo gli era costato più di un lingotto d’oro. Quir, sempre fedele all’insegnamento dei vecchi, capì che non poteva fare tutto da solo, doveva inventare qualcosa. «Ecco. Una holding.»

«L’unione fa la forza» diceva suo nonno. Per risolvere il suo problema personale Quir divenne altruista, si disse cioè: «Se invece di fare una compressa ne produco centomila per tutti gli amici rispetto il teorema del nonno e la spesa vale la resa». Quir brevettò ‘la Dieta di Luna’ e la propose a varie industrie farmaceutiche e alimentari. L’idea fu accolta con molto interesse e in poche settimane le formule di Quir

furono prodotte in serie e commercializzate in tutti i supermercati.

L’investimento ebbe un gran successo. Quir intascava una buona percentuale e presto diventò ricco. In più, e questo era l’importante, aveva finalmente risolto il suo problema principale: mangiare. Tornò ad essere bello e robusto. Posò per le foto della pubblicità. La sua popolarità crebbe a dismisura. Gli venne persino concesso di essere chiamato Signor Quir, ovvero ‘Sig.Quir’. In quei tempi l’uso del ‘Sig’ era una onorificenza assai ambita, poteva essere inserito nel proprio indirizzo email: ‘[email protected]’. Il suo prodotto fu commercializzato dalla ditta chimata ‘Sig.Quir’.

6 - Da cosa nasce cosa

«Da cosa nasce cosa» diceva suo nonno, e così Quir inventò un’altra bella novità: sodio, magnesio, potassio, calcio, carboidrati, lipidi e proteine venivano calcolati in base al bisogno specifico di ognuno. Si entrava nel negozio, si saliva su una apposita pedana e un computer valutava peso, altezza e massa corporea. Poi un braccio meccanico depositava sul banco la giusta bevanda. C’è chi preferiva la soluzione per flebo, chi la polvere orosolubile, ma tutti erano contenti. In seguito, «da cosa nasce cosa», vennero rilevati anche età, professione, sesso e credenza politica. Qui è necessario un chiarimento: quest’ultima veniva rilevata non per motivi politici ma per fini essenzialmente scientifici. Era infatti stato dimostrato che «l’individuo che vota a sinistra consuma molto di più, dimagrisce facilmente e ha una grave tendenza alla depressione.»

«Da cosa nasce cosa» ed ecco un ulteriore progresso: il Sig. Quir inventò le ‘capsule superproteiche fai da te’, ovvero capsule contenenti tutti gli aminoacidi essenziali, che sono quelli capaci di produrre ogni sorta di proteine. A questo punto la fertile mente di Quir pensò anche al sapore e inventò gli spray del gusto. In pratica si inghiottivano una o due capsule e ognuno poteva scegliere il gusto desiderato con un apposito spray. Con due puff si potevano alternare bistecca alla fiorentina ed arista di maiale, oppure cernia all’acqua pazza ed aragosta senapata.

Riguardo le vitamine, Quir progettò migliaia di pillole di ogni forma e misura: ad orsetto per i bambini, a forma di chitarra per gli amanti del rock, lo ‘Sturm und Drag’ per gli adolescenti, il ‘Dizzy Gillespie’ per gli amanti del jazz.

Tutto andava nel migliore dei modi, Quir sfornava ‘idee a crepapelle’, era ingrassato ed era contento, ricco e potente, ma...

7 – Il troppo accompagna il poco

Il nonno, sul punto di morte, lo chiamò e gli disse: «Ricorda: chi troppo vuole nulla stringe.» «Cosa vuol dire, nonno?» «Che il poco non basta e il troppo guasta.» «Non capisco, nonno.» «Voglio dire che il troppo accompagna il poco» «Nonno, ti prego, non essere misterioso!» E con l’ultimo fiato suo nonno sbuffando disse: «Quir, nipote mio, ascoltami bene e ricorda che troppa acqua spalla i ponti.»

Quir fece un cenno di assenso ma non aveva capito affatto. Poi il nonno putroppo era morto e non ci aveva pensato più. Continuò a fantasticare, a inventare, a progettare, a produrre, e questo fu la sua rovina. La sua ultima idea fu infatti la causa del tracrollo, il peggiore di tutta la storia dell’umanità. Si trattò dei ‘Complementi alimentari RH’, cibi sintetici studiati a seconda del gruppo sanguigno. Funzionava così: l’utenza veniva divisa secondo il gruppo sanguigno, chi aveva lo 0RH+ seguiva la dieta dei ‘cacciatori’, ovvero selvaggina e bacche; il gruppo ARH mangiava cibi da ‘allevatori’, soprattutto latticini e formaggi; il gruppo BRH gli alimenti dei ‘coltivatori’, cioè cereali, verdure e ricci di mare. Il successo fu totale. Quir fu candidato a ben due premi Nobel, uno per la

scienza e uno per la pace. Ma non fece a tempo a riceverli perché nel frattempo accadde la catastrofe.

Accadde che, per andare a caccia di affari, tutti iniziarono a seguire la dieta dei cacciatori. Occorre specificare che negli ultimi decenni il ‘gioco del calcio’ era andato in disuso perché presupponeva un incontro. Era stato sostituito dal ‘gioco della borsa’ che consisteva nel fare più soldi possibile senza alcuna fatica e senza mai muoversi dal propro bug. Era uno sport democratico, tutti potevano diventare ‘cacciatori’, bastava star seduti davanti a un terminale, comprare, vendere, speculare, bleffare, sbuffare. Tutto con un click. Bastava un dito, avere l’indice azionario o l’indice di Fisher e il gioco era fatto.

Ecco allora cosa accadde: coloro che andavano a caccia di affari, praticamente tutti, iniziarono a seguire la dieta della ‘caccia’. Sul principio si sentivano in forma, ma ben presto inziarono a star male e si trovarono pieni di bolle finanziarie. Tutte le bolle, si sa, alla fine scoppiano, e infatti scoppiarono tutte insieme in un nero venerdì di dicembre. In un vorticoso effetto domino le borse crollarono, le banche fallirono, le industrie dovettero chiudere, gli operai persero il lavoro, i professori diventarono precari. Milioni di uomini e donne si suicidarono. Insomma, il nuovo prodotto di Quir si rivelò la speculazione più disastrosa degli ultimi millenni.

Anche il Signor Quir perse tutto, ma non si suicidò. Ora capiva: «Il troppo accompagna il poco». Ora finalmente comprendeva una verità scientifica, una legge della fisica che gli era sempre stata stica: «Ciò che sale deve scendere».

Però suo nonno diceva pure che «Ogni fine è un inizio», quindi Quir pensò: «Se da cosa nasce cosa, la speranza non è perduta!»

8 - La Mela di Eva

«Si deve pur mangiare!» Quir era terrorizzato dall’idea di tornare a non mangiare, e non riusciva più a dormire tranquillo. Una notte il nonno gli apparse in sogno e gli disse: «Nipote, non tutto vien per nuocere». Quir si svegliò stranamente felice. «Come è bello ricominciare da capo!» Anche perché, ad essere sincero, non aveva ancora risolto il problema essenziale: la masticazione. A forza di ingoiare compresse, buttar giù beveroni, immettere soluzioni nella bitcannula, gli si era anchilosata la mandibola. Aveva iniziato, nel dormiveglia, a digrignare i denti. Una altra volta sognò suo nonno quando lui aveva cinque anni e insieme andavano al forno per comprare la pizza calda con la mortadella. Si sedevano sulla panchina dei giardinetti pubblici e facevano a gara a chi faceva il boccone più grosso e a chi lo masticava più a lungo.

Quando il ‘bolo’, «Nonno lo chiamava così!» scendeva dal gargarozzo e arrivava allo stomaco, si godeva di una calda sensazione di pienezza. Allora ridevano e ripetevano a cantilena: «Ma quant’è buona la pizza calda con la mortadella dell’asino!» L’asino era un animale ormai estinto, somigliava un poco a un cavallo. ‘Bolo’ era una parola strana che, malgrado fosse solo di quattro lettere, si era estinta pure lei. Per fortuna i sogni non si estinguono mai e quella parola a Quir, che non era un asino, fece venire l’acquolina in bocca. ‘Bolo!’ Quir si ritrovò a masticare l’idea di una pizza calda. E capì. Capì quale era il vero problema dell’umanità: masticare, ciancicare, triturare, sgranocchiare, inondare di saliva un bel boccone.

«Ecco: occorreva trovare qualcosa che si masticasse, che impegnasse mandibola, denti, lingua, esofago, cardias e piloro.»

Le rivoluzioni arrivano sempre così, quando si sogna, quando si immagina di masticare la fantasia, quando si ha la mandibola anchilosata, quando si accetta di digrignare i denti nel dormiveglia. Quir inventò il prodotto che avrebbe di nuovo conquistato il globo intero e che fu esportato persino su Venere e su Marte:

‘La Mela di Eva.’ un prodotto della Sig.Quir & C.

‘La Mela di Eva’ era un kit stracompleto, contenente una mela di materiale sintetico e inerte, sferica e strutturata ad alveare, della misura di 2,5 centimetri, ricoperta da un fine strato gelatinoso, disponibile in diversi colori. C’era la mela in rosa, la mela in giallo, quella in verde, arancio, violetto, e anche fucsia, il colore preferito da Mar.

Nel kit, accanto alla ‘Mela di Eva’, erano disposte tre file di dieci fiale; nella prima c’era il mix di vitamine e minerali, nella seconda c’erano le fiale di aromi, nella terza quelle dei carboidrati e delle proteine. In basso, in un contenitore sterile in puro argento, veniva conservata una siringa di platino da 10 cc. L’operazione da fare era semplice: tirare su il liquido dalle fiale scelte secondo desiderio e bisogno, poi siringare la mela a volontà. ‘La Mela di Eva’ lievitava immediatamente e assumeva la grandezza e la consistenza desiderata, come ad esempio di una morbida pagnotta di pane o quella di un filetto ben cotto con grassetto croccante.

9 - Ad ognuno la sua Mela

Non è possibile immaginare quanti sapori possa avere una mela. Ognuno poteva creare la sua e sbizzarrirsi in desideri, sapori e colori. La ‘Mela di Eva’ era interclassista, interrazzista, multiculturale. Ognuno poteva inventare la sua mela. Dopo decenni senza fantasia ora tutti si lasciavano andare alle invenzioni più astruse. Il Sig. Quir pensò si esagerasse. Aveva ragione perchè in effetti una cotoletta di maiale in crosta di cioccolato croccante, o bucatini di bambù alla amatriciana con spruzzata di zucchero di canna e gin, o persino fragole al gorgonzola, onestamente gli sembrarono un tantino border line. Il bello però era proprio questo. E questa in effetti fu la grande novità dei prodotti Quir che dettero inizio ad un nuovo corso della storia. Perché in questo modo rinacque la fantasia, e di conseguenza l’immaginazione. E così subito dopo ritornò la creatività.

Quir consigliò di siringare la mela per sezioni dividendola in tre parti: primo, secondo e frutta, un pasto pratico ed economico, completo, al prezzo di una sola mela. Fu un enorme successo. La concorrenza si dette da fare, non era mai riuscita a inventare un solo prodotto che fosse ai livelli di quelli Quir, ma ora aveva finalmente trovato l’idea giusta: aumentare le sezioni della mela. Con una sola mela si proponevano insieme colazione, pranzo, merenda, cena e spuntino notturno. «Ottimo!» «Estremamente economico.» «Sarà un successone.» «Sig. Quir bollirà di invidia.» Nacque così

il Cocomero di Adamo tre pasti in uno

La concorrenza investì tutto quello che aveva, si indebitò con tutte le banche rinate, riempì le piazze web di manifesti. Ma fu un flop tremendo: il Cocomero di Adamo era pesante, troppo ingombrante.

E invece la vera rivoluzionaria novità fu sempre del Sig.Quir.Com, ora nominato ‘commendatore’. Un giorno dichiarò: «Al suo esterno la mela può diventare un’opera d’arte.» Immediatamente pittori, grafici, imbianchini e architetti si misero all’opera, e realizzarono mele astratte, mele futuriste, impressioniste, cubiste, naif e mele di neo-avanguardia Sul principio ci fu qualche problema: era infatti difficile distinguere dal colore quale fosse il primo e quale il secondo piatto, quale il pranzo, quale la cena. A qualcuno capitò di mangiare trippa a colazione, ad altri di iniziare il pranzo dalla frutta (che poi è pure cosa corretta - ndr).

Guai a sbagliarsi quindi, ma Quir trovò subito la soluzione. Dichiarò: «Occorre collegare sapore a colore, il bianco con il nero, il rosso con il verde, l’amaro con il dolce.» Gli artisti compresero assai bene il valore di tale principio, e l’arte rinacque, così come la musica, la letteratura e la poesia. I poeti melensi declamavano ormai in ogni teatro, la melarosa gialla entrò a far parte delle migliori orchestre sinfoniche, le mele Picasso riempirono mostre, aste e musei, fu l’inizio di un nuovo rinascimento.

10 - Un nuovo Rinascimento

Quel che neppure il Sig.Quir.Com aveva osato immaginare, l’inizio di un nuovo mondo, si realizzò tranquillamente una domenica mattina del mese di maggio. Quella domenica era un giorno di sole e qualcuno pensò di uscire con un cestino di mele Quir. «Sarebbe bello fare un pic-nic» disse una vecchietta in vena di ricordi. Era una idea rivoluzionaria. Dopo decenni uscì di casa, cioè dal suo bug, e pian piano, o dopo o, raggiunse i vecchi giardinetti pubblici, dove ancora c’era una panchina, ormai arrugginita, sulla riva del lago. Qualcun’altro la vide, si stupì, ci pensò, prese il suo cestino di mele e sparse la voce. Di li a poco migliaia di persone si ritrovarono sul prato col proprio cestino di mele Quir.

Fu una grande festa, una memorabile domenica mattina. Ognuno portava con sé due o tre mele con cui cercava di comunicare la propria fantasia. «Prova questa» diceva Tizio. «E tu prova quest’altra» rispondeva Caio. «Ma che cosa state dicendo, assaggiate piuttosto la mia!» ripeteva Sempro, che era il diminutivo di Sempronio. Insomma si ricominciò a comunicare con gusto. Qualcuno portò mele aromatizzate alla grappa, altri inventarono la mela spumante, altri ancora si sfogarono in mele-cocktails bizzarre. Al tramonto tutti erano praticamente brilli o alticci o ubriachi

I bambini si misero a giocare al tiro della mela, al salto della corda melata, alla corsa sul prato con una mela in bocca, a centrare una mela con l’arco, a farla cadere in un cesto.

Scoprirono che la Mela di Eva poteva anche essere una palla, e così, trovando finalmente un uso consono del Cocomero di Adamo, reinventarono la partita di pallone.

I più anziani ricordarono come si raccoglie la cicoria e fecero vedere ai più giovani come una volta raccolta questa si racchiude in se stessa. In breve in migliaia erano chini sul prato. Altri trovarono una pietra focaia e accesero un fuoco ritrovando il gusto delle mele cotte. Altri ancora si misero a raccontare antiche storie. Alcuni di loro tornarono a casa per prendere i loro vecchi strumenti. Così al tramonto si diffo dolcissime note di una sinfonia, che poi era la ‘Pastorale’ di un certo L.V. Beethoven.

Quir si ritrovò per caso dietro un cespuglio di biancospino con la sua dolce Mar. Si abbracciarono, si baciarono, si toccarono e insieme, senza dire una sola parola, progettarono un bimbo alla vecchia maniera. Fu una grande festa. Era la prima domenica di maggio del 2055, ancora universalmente nota come ‘la festa di liberazione razionale’.

Una Piccola Nota

Il problema delle intolleranze e dei sovraccarichi alimentari è ormai diffuso in gran parte della popolazione occidentale. “Siamo quel che mangiamo”, recita un vecchio detto, ma se quel che mangiamo è…. Più o meno consapevolmente il nostro organismo è ormai soggetto a molti stress alimentari, e quel che è peggio non si sa mai veramente quel che si sta mangiando. E’ assolutamente giusto e corretto ricorrere ad una alimentazione biologico, o anche meglio ad una coltivazione biodinamica, ma conosciamo anche la difficoltà e i costi di una tale alimentazione. Per questo la farmacia olistica è lieta di comunicare l’apertura di un nuovo reparto per coloro che sono allergici, intolleranti, depressi o affetti da emicranie, emorroidi e cefalee. Il reparto ‘Dieta di Luna’ può offrire prodotti e consigli per una alimentazione pratica, economica, assolutamente sintetica, superecologica, completa, genuina, totalmente esente da ogm, fertilizzanti, radioattività, coloranti e pesticidi. Nel reparto “Dieta di Luna” infatti potrete trovare compresse, gocce, fiale, polveri, granulati, succhi, sciroppi e prossimamente fiale per flebo, per via endonasale, per meso, per intramuscolo per ogni gusto, vena, arteria,chiappa e misura. La farmacia olistica è sempre al Vostro servizio.

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I farmalibri I 'farmalibri' sono un gruppo di farmacisti, medici, scrittori e artisti che insieme desiderano promuovere la Salute in quanto 'Equilibrio': «La Salute non è ‘assenza di malattia’ ma dinamico Equilibrio Corpo-Mente Ambiente» (OMS 1948). Succede che se tale Equilibrio viene compromesso arriva la malattia, cioè, come diceva Ippocrate, discrasia, che significa appunto ‘disquilibrio’. ‘Guarire’ allora significa ricreare un Nuovo Equilibrio, ‘immaginare un nuovo mondo’. L’immaginazione è quindi elemento fondamentale alla guarigione, lo stupore il primo indizio, l'Arte strumento d'elezione, ergo un buon libro è un farmaco. Racconti, romanzi, disegni, favole e filastrocche che hanno come fine l'Equilibrio Salute sono da noi ritenuti “farmalibri”. Gabriele Carcano. Fondatore de 'i farmalibri' (2001), farmacista, scrittore, contitolare della farmacia olistica Cataldi-Carcano di Fiuggi, Discipline Olistiche per la Salute Asi-Coni, istruttore di Tai Ji Quan Nei Dan School. Premio nazionale per l’Educatore Sanitario 1985. Eva Incocciati. Fondatrice de 'i farmalibri' (2001), artista, insegnante, Discipline Olistiche per la Salute Asi-Coni, istruttrice di Tai Ji Quan Nei Dan School. Diplomata in Pittura, Accademia Belle Arti, specializzata in Grafica. Premio Artemetro Roma (Comune di Roma, 1998). Alessandra Ricci. Medico, Medicina Tradizionale Cinese, Omeopatia, Alimentazione Biologica. Presidente ass. 'Il Cantiere della Salute. Maria Rosaria Carcano. Farmacista, Programamzione Neurolinguistica, Alimentazione Biologica, contitolare della farmacia olistica Cataldi-Carcano di Fiuggi.

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L’Educazione Sanitaria La O.M.S. (Organizzazione della Sanità- Dichiarazione di Yalta 1948) e lo Stato Italiano (legge 833/75 art.1) pone l’Educazione alla Salute e la Prevenzione

Primaria al punto primo in quanto dovere prioritario di ogni operatore sanitario. Ma occorre uscire da un equivoco: la Prevenzione non è 'Diagnosi precoce' e l’Educazione non è mera Informazione: «L’Informazione diventa Educazione solo quando favorisce e ottiene da parte del ricevente il ritorno del messaggio» Non basta quindi pubblicare manuali, volantini, slogans o ultime notizie, perché per 'educare' occorre un contatto inter-personale. E allora non c’è scelta: o lo si fa con le parole, con sguardi e gesti, o con arte, cioè laddove l'artista riesca a instaurare con l'utente un rapporto empatico, paritario e bidirezionale. Ecco perchè ‘i farmalibri’ cercano di essere dei veri ausili di Educazione alla Salute. Così nel laboratorio di una farmacia abbiamo miscelato i migliori ingredienti per produrre storie, favole, racconti che, ognuno ignaro dell’altro, si pongano come fine promuovere il moderno concetto di Salute in quanto 'Equilibrio'. L'Educazione alla Salute, con la Prevenzione Primaria, è quindi per legge il fondamento del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Dal 1977 la farmacia Cataldi-Carcano di Fiuggi sperimenta tutti i mezzi capaci di instaurare in farmacia un rapporto 'educativo' nella speranza che prima o poi venga riconosciuta al farmacista il suo ruolo insopprimible di 'professionista della Salute." Nel 1983. al Congresso UTIFar di Trieste, dove presentammo una relazione, il professor Alessandro Seppilli (Università di Perugia, Centro Sperimentale per l'Educazione Sanitaria, fondatore dei Consultori e padre della Riforma) dichiarò che "il farmacista è innanzitutto un Educatore Sanitario". Nel 1985, al Premio Nazionale per l'Educazione Sanitaria, il professor Marcello Marchetti definì il farmacista come 'il professionista che vende Cultura della Salute'. Il nostro auspicio è che il dettato della legge non resti lettera morta.

Indice

0 Da giovane...

1 L’intolleranza è globale

2 Il capro espiatorio

3 Le cause col senno del poi

4 I cetrioli avvelenati

5 La Dieta di Luna

6 Da cosa nasce cosa

7 Il troppo accompagna il poco

8 La Mela di Eva

9 Ad ognuno la sua Mela

10 Un nuovo Rinascimento

A Una Piccola Nota