Centro Ristrutturazione Temporale 22g62

a cura di World SF Italia

Centro Ristrutturazione Temporale

di Donato Altomare

ISBN versione ePub: 9788867754847 © 2014 Donato Altomare Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano Versione: 1.0 settembre 2014

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Indice

Donato Altomare

Centro Ristrutturazione Temporale

Presentazione

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

Delos Digital e il DRM

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Donato Altomare

Donato Altomare nasce a Molfetta nel 1951 e vi risiede. Laureato in Ingegneria Civile esercita la libera professione. Sposato, ha tre figli. Narratore, saggista, poeta, ha vinto due volte il Premio Urania di Mondadori e cinque volte il Premio Italia, e una volta il Premio della critica Ernesto Vegetti, oltre a molti altri premi per la narrativa e la poesia. Autore essenzialmente del fantastico. Numerosissime le sue antologie, i suoi romanzi e i suoi racconti editi in Italia e all’estero. Sono state tenute tesi di laurea su di lui. È l’attuale Presidente della World Science Fiction Italia, l’associazione degli operatori della fantascienza e del fantastico.

Dello stesso autore

Donato Altomare, Parabola Classici della Fantascienza Italiana ISBN: 9788867752522 Donato Altomare, Ogni nave deve incontrare le sue onde Classici della Fantascienza Italiana ISBN: 9788867753109 Donato Altomare, Come un serpente che si morde la coda Classici della Fantascienza Italiana ISBN: 9788867754038

Presentazione

Apparso per la prima e unica volta in formato cartaceo nel 1985 su SF..ere n°4 è stato successivamente pubblicato si web da Continuum, nel 2002. Secondo De Turris è un’ottima ‘base’ per un romanzo. Ci ho pensato spesso, ma ho troppe idee nuove per tornare al ato.

È forse il primo caso, nella narrativa breve italiana, di storia alternativa. Ma al contrario. Ha le classiche connotazioni di una storia patriottica. Lo scenario è la prima guerra mondiale. Gli austriaci hanno vinto la guerra e l’Italia appartiene all’Austria. In un lontano futuro c’è un Centro Ristrutturazione Temporale che interviene quando si notano Lacerazioni nel ato che possono modificare il futuro. Una di queste viene individuata nella diserzione dei soldati italiani dopo Caporetto, per cui viene inviato un Corpo Speciale per trovare e uccidere questi disertori sì da annullare il rischio. Ma gli austriaci commettono un grave errore, mandano a compiere questa azione vergognosa altri italiani, ormai paria dell’impero austriaco. Gli italiani tornano nel ato e trovano i disertori che devono are per le armi. Intanto, dopo Caporetto, l’Italia cerca di arginare il nemico sul Piave, ma c’è una parte dello schieramento che sta per cedere e vanificare l’estrema difesa. Il sergeant Alberti, capo della Quinta Squadra, quella degli italiani, si rende conto della situazione e capisce che basterebbero un pugno di uomini per arginare lo sfondamento e tenere la linea del Piave. E lui di uomini, che dovrebbe fucilare, ne ha molti…

1.

L'elicottero atterrò creando il solito scompiglio tutt'intorno. Rostovic, capo settore del Mittel Ausbesserung Zeit, sinteticamente detto Centro, aprì lo sportello e saltò giù facendo ben attenzione a tenere il capo chino. In effetti le pale erano troppo alte perché potessero in qualche modo colpirlo, ma lui abbassava il capo per istinto. Dopo qualche o oltre la pista d'atterraggio, tornò ritto ed entrò nel Centro grugnendo una specie di saluto alle guardie che, per nulla impressionate dal suo modo brusco di fare gli si pararono davanti, fucili ben stretti tra le mani: – Lasciaare, prego. Il Major Rostovic li squadrò torvo. Quei due erano sotto il suo comando, ma non protestò, erano state proprio sue quelle disposizioni. Le guardie probabilmente conoscevano persino il colore della sua maglieria intima, ma la prima volta che l'avessero fatto entrare senza controllare i suoi documenti, li avrebbe sbattuti a pattugliare un deposito munizioni. Mostrò il lasciaare, i due si scostarono e lui li oltreò. Abilmente riuscì a sgattaiolare tra i 'rompi' della Salvaguardia Morale che gli avrebbero fatto la solita predica idiota e, con un sospiro di sollievo, entrò nel suo ufficio. Aveva appena richiuso la porta a impronta palmare alle sue spalle quando da quella laterale entrò Antonji, il suo segretario particolare. Non era un militare, quindi si limitò a salutarlo con un normale – Buongiorno. – Continuo a chiedermi a cosa serva una porta personalizzata quando chiunque può entrare nel mio ufficio da quella laterale. L'altro scosse il capo. Aveva sentito quelle parole mille volte: – Sa bene che è necessario. Se dovesse succedere qualcosa sarebbero costretti a far saltare la porta, con tutte le conseguenze dell'autodistruzione dei documenti previsti dalle misure di sicurezza. – Balle. È soltanto che nelle alte sfere non si fidano proprio di nessuno. – Si sedette e chiese: – Che bolle in pentola? – Prego?

– Maledizione! Cosa diavolo c'è scritto in quel dannato foglio di plastocarta che continua a sventagliarmi sotto il naso? Cerchi di dirmelo in fretta. Oggi è martedì, e sa bene che per me è sempre un trauma riprendere il lavoro dopo i tre giorni di riposo settimanali. Antonji era sin troppo abituato a quel tono, per cui, senza togliersi dalle labbra il fiacco sorriso di circostanza cominciò: – Agli Interventi Speciali il sergeant Alberti ha avuto una violenta discussione col suo diretto superiore. – Quel bastardo d'un italiano! Sempre lui. Violenta quanto? – Non so cosa sia successo esattamente, signore, ho le dichiarazioni dei due. Ho provato a fare una veloce indagine, ma c'è molta omertà tra gli italiani. Retaggio di un ato non certo esaltante. – Beh! Allora? Sentiamo queste dichiarazioni. – Ho qui il rapporto del sergeant major Muller nel quale si afferma, in estrema sintesi, di essere stato prima offeso verbalmente poi colpito dal sergeant Alberti. – Senza alcuna ragione? – Così lui scrive. – E Alberti? – Il sergeant Alberti non nega di aver colpito il superiore, ma afferma di essere stato provocato, di essere stato portato all'esasperazione e di non essere riuscito a trattenersi. – Sempre le solite stronzate. Ma questa volta sarò duro. Faccia consegnare per un mese l'intero reparto e che sia messo ai servizi per tutti i prossimi quindici giorni festivi. Antonji strinse le labbra: – Vorrei ricordarle, signore, che sono già consegnati da tre mesi e ne debbono scontare ancora uno. Con quest’ultimo arrivano a cinque mesi di consegna. E sono di servizio nei festivi da ottantatré giorni consecutivi. Questo potrebbe essere la causa del… nervosismo. – Meglio che restino al Centro, piuttosto che vadano e dilapidare i loro stipendi

in qualche bordello. – Molti hanno famiglia. Moglie e figli, che non vedono da mesi. Sa bene che durante le consegne non sono ammesse visite. – Ora comincia a seccarmi. Esegua i miei ordini. Argomento chiuso. – Poi parve ripensarci – Anzi no. Quell'Arberti… – Comandi? – Che sia sottoposto alla sonda per… per quattro ore. Questa volta gliela faccio pagare cara. Dovrei sbatterlo davanti alla Corte Marziale per aver colpito un superiore. Il segretario si mostrò turbato: – Quattro ore? Signore, mi permetto di ricordarle che la SanitatAuftrag ha disposto che il limite massimo di sopportazione per un uomo è di due ore. Il regolamento… – Me ne sbatto della Commissione Sanità e del regolamento. Facciamo così, lo faccia sottoporre alla sonda per due ore di seguito… due volte. Così siamo in regola. – Probabilmente istupidirà. – Non è possibile. Lui è già stupido se continua a sbandierare ai quattro venti le sue ostinate e ridicole idee nazionaliste. Non riesce proprio a capire che lui è un perdente… come lo sono stati i suoi genitori, i suoi nonni e i suoi avi? – Come volontario della Salvaguardia Morale devo chiederle di essere clemente e di ridurre la pena. È pur sempre un sergeant. – Soltanto perché nessun altro voleva il comando della quinta squadra BesonderEingriff. È composta esclusivamente da italiani. La sua richiesta è encomiabile e la citerò nel rapporto mensile, ma l'unico modo che ha per convincermi a ridurre la sua pena è quello di spartirla con lui. Antonji impallidì leggermente: – Naturalmente il mio compito di volontario si limita a intercedere per i puniti. Grazie per la citazione. Provvederò immediatamente a far eseguire i suoi ordini.

– Altro? – Sì. L’Oberberfehlshaber ha indetto una riunione dei responsabili dei settori C, D e G. Alle 10,45 nel suo ufficio. Quindi tra 37 minuti esatti. Major Rostovic bestemmiò mentalmente. Grane in vista. Cominciavano proprio bene quei quattro pesantissimi giorni lavorativi. Aveva appena il tempo di accendere il terminale per i solito controlli di routine.

2.

– … di conseguenza appare evidente che c'è qualcosa di non ben definito tra il '15 e il '18. – 2015? – No, 1915. Ciascuno di voi può notare sul proprio terminale la nebulosità nel logo-tempo di cui si diceva. – Ci fu un debole parlottio tra i presenti. Il Generale d’Armata continuò: – Conosciamo la storia, se qualcuno ha bisogno può sciacquarsi la memoria inserendo l'auricolare e puntando l'indice nella zona interessata. I sensori mostrano una specie di spaccatura, l'accenno di un retrocollasso, quasi il ato stentasse a mantenersi stabile. Da quello che risulta ai nostri logostoriografi in quella zona e in quel tempo dovrebbe essere tutto a posto, ma, vista la nebulosità, hanno chiesto l'intervento del nostro Centro Ristrutturazione Temporale. Bisogna ricucire lo strappo prima che possa diventare una effettiva lacerazione. Hanno dato priorità tre, nulla di molto importante. Loro hanno fatto il proprio dovere nel cercare e individuare possibili instabilità nel ato. Il nostro compito è quello di fare in modo che il ato sia invariabilmente… ato. Qualsiasi modifica, anche di modestissima importanza, può avere effetti devastati sul futuro, cioè sul presente, per cui, anche se si tratta di un piccolo intervento, vi chiedo un lavoro responsabile e altamente professionale. – Il livello di rischio? L’Oberberfehlshaber consultò il suo terminale in interfaccia parziale con gli altri: – Giallo. Modesto. Però… – Però? – si lasciò sfuggire Rostovic, poi tacque chiedendo scusa. – …però, – continuò il superiore dopo avergli lanciato un'occhiataccia – è certo che la Squadra dovrà compiere un'azione non molto… umana. Dovrà scendere a compromessi con la propria coscienza. – E visto che l'altro lo osservava in assoluto silenzio, col fastidio di chi voleva in quel punto una domanda concluse: – Bisognerà… uccidere molti uomini. Ma non si tratterà di un normale scontro

d'armi, ma di esecuzioni a freddo. Rostovic non batté ciglio: – Tutto il nostro lavoro viene fatto per il bene dell'umanità. La coscienza non c'entra." Il generale annuì: – Quale squadra pensa di inviare? – Prima di decidere devo esaminare attentamente le modalità dell'intervento, anche se già un’idea ce l’ho. – Molto bene. I segretari personali sono già in possesso di una copia del rapporto che potrete esaminare nei vostri uffici. La sezione C provvederà, com'è suo compito, all'ambientazione storica e sociale. La sezione D all'adattamento fisico e mentale degli uomini. Che lei fornirà come responsabile della sezione G. Conto su di voi perché ogni cosa sia fatta con l'oculatezza e la professionalità di sempre. È tutto. I tre si alzarono di scatto e, dopo il saluto uscirono in fretta. Sapevano che prima si davano da fare, prima si sarebbero liberati da quell'impiccio per tornare alla ordinaria amministrazione. In silenzio ognuno si diresse verso il proprio ufficio.

3.

– La più grande invenzione del nostro secolo è stata la Tempomobile, diretta conseguenza delle Teorie di Fankj e So Gun relative al ato Multimutabile. La nostra organizzazione ha lo scopo di vigilare sul ato e intervenire nel caso di lacerazioni. Lei appartiene a questa organizzazione e dovrebbe esserne fiero, invece di offenderla mancando di rispetto a un diretto superiore. Il sergeant Alberti si chiese se la vera punizione fosse la sonda mentale o quel discorsetto. Aveva molta paura, ma soltanto un leggero pallore lo tradiva. Per nulla al mondo avrebbe voluto dare soddisfazione a quel verme. Sapeva che era spacciato. La sua mente, dopo quattro ore di sonda, sarebbe ata da un Q.I. di 83 a 10-11, sarebbe diventato un demente che avrebbero utilizzato per i lavori più umili. Ma chissà, quella poteva essere una liberazione. A volte è meglio non capire piuttosto che vivere quotidianamente la propria condizione di frustrante inferiorità. Si morse le labbra. No, quello era un discorso da vile, quella poteva essere soltanto una fuga. Il sergeant major Muller aveva chiesto di eseguire personalmente la punizione e, nonostante l'enorme occhio nero, si stava gustando quel momento. Per maggiore sua soddisfazione aveva fatto schierare l'intera squadra mentre gli cantava la tiritera. – Il ato può mutare a causa della presenza di zone di Incertezza Temporale, dette Lacerazioni, che possono cambiare il futuro e sconvolgere quindi il presente. Il compito del Centro è quello di ricercare le zone di Incertezza e di stabilizzarle. Il Mittel Ausbesserung Zeit ha quindi una importanza vitale per la civiltà, ogni insubordinazione che metta a rischio la sua efficienza dev'essere punita in maniera esemplare. È per questa ragione che noi la puniamo. Un brivido scosse Alberti. Quelle ultime parole gli avevano riportato alla mente la sonda. Disobbedendo a quella che era una precisa disposizione distolse lo sguardo fisso davanti a sé e lo portò sui suoi uomini schierati alla sua sinistra. I cento mangiaspaghetti li chiamavano. Da quando la loro nazione non esisteva più, smembrata e spartita tra cinque diverse nazioni tra cui una africana, la Libia, la sua gente era oggetto di scherno. Il suo popolo non esisteva più se non

ghettizzato e maltrattato. Alcuni degli uomini non riuscirono a reggere il suo sguardo e chinarono il capo addolorati, altri cercarono di confortarlo con un pallido sorriso. Pensò che tutti gli erano solidari, per cui sarebbe stato davvero difficile trovare un altro sergeant che prendesse il suo posto. Comandare quel gruppo era considerato una sorta di disonore, una promozione punitiva. Non avrebbero avuto alternativa che nominare un altro della squadra. E nulla sarebbe mutato. – Sergeant Alberti, richiamiamo la sua attenzione. È della sua giusta punizione che stiamo parlando. Della sua vergogna. – Non provo vergogna, sergeant major per averle rotto il muso. Ma ciò non deve interpretarsi come ribellione a questo Centro che ho servito per più anni di lei. Il superiore divenne paonazzo e riuscì a trattene e stento l'ira. Si rese conto che sarebbe stato meglio tagliar corto con la dottrina e ò alla procedura del guanto. Si sfilò quello sinistro e avvicinatosi con esso lo schiaffeggiò leggermente sulla guancia. – E con questo schiaffeggio anche la sua nazionalità bastarda. Un borbottio si levò dagli uomini schierati. Quelle parole erano del tutto gratuite. Muller girò lo sguardo verso di loro a mo' di sfida in attesa di una qualsiasi reazione per avere l'occasione di punirne qualcun altro. Questo peggiorò le cose. E sarebbero stati guai se non fosse prontamente intervenuto Alberti: – Non ci cascano, amico, li ho addestrati contro le provocazioni. E, del resto, neanche la tua razza è delle più pure. – LA SONDA! – Urlò Muller furibondo. – Portatelo alla sonda. E senza conforti. – I due assistenti alle punizioni si scambiarono un'occhiata. Non era quella la prassi. Ma lo sguardo di fuoco del sergeant major cancellò ogni loro incertezza. Afferrarono Alberti per le braccia. L'uomo li allontanò con un gesto delicato ma deciso: – So camminare da solo. – Allora si muova, non vedo l'ora di riguardare la faccia ebete dopo la sonda. – La vede allo specchio ogni mattina. Muller sollevò la mano per colpire.

– Un momento. Il sergeant major girò lo sguardo pronto a uccidere chiunque fosse stato a interrompere l'esecuzione. Ma dovette subito mutare espressione di fronte ad Antonji. – Il Major Rostovic vuole immediatamente il sergeant Alberti nel suo ufficio. – Ma dev'essere… – Ho detto immediatamente. Muller chinò il capo. Poi mordendosi le labbra per l'ira si girò verso il subalterno ancora tra i due assistenti e disse a denti stretti: – Si muova. Sta facendo aspettare un superiore. Alberti sollevò le spalle. Qualunque cosa fosse la ragione di quella chiamata l'avrebbe tenuto lontano dalla sonda. E questo era una specie di proroga della condanna a morte. Anche se avrebbe dovuto sopportare il brutto muso del major.

4.

– Ho bisogno di lei, sergeant e del suo gruppo. – Questo significa che non ci sono tante possibilità di tornare tutti sani e salvi dalla missione temporale. – Vedo che nonostante lo scampato pericolo, scampato almeno per il momento, non ha perso il suo sarcasmo. In ogni caso la reputo abbastanza intelligente da capire che non ei il suo, come dire… turbolento gruppo per un’azione delicata. Lei finirà nel bel mezzo di una guerra, quella dell'Impero Austro Ungarico contro l'Italia. Alberti sollevò le sopracciglia ma non fiatò. Un incarico pericoloso non era insolito per il suo gruppo di 'sacrificabili'. Durante le numerose missioni ben tre volte erano finiti in pieno conflitto in zone calde, e tanti suoi uomini non erano più rientrati. – Il ato, in quel periodo e nella parte settentrionale, è definito stabile al 97,33%. L'Italia, come certo ricorderà, fu sconfitta e l'inizio della sua fine fu il Piave. Dopo la disastrosa ritirata di Caporetto. L'ultimo baluardo del Piave fu travolto dal vittorioso esercito austro-ungarico che scese per quasi tutta la penisola, almeno sino a quando l’esercito libico non sbarcò sulle coste siciliane. Quello che restava dell'esercito italiano schierato sulla sponda inferiore del Piave non seppe reggere all'impatto del nostro glorioso esercito e fu completamente distrutto. Da quel momento la nostra vittoria fu inarrestabile. – Rostovic aveva calcato la voce su quel 'nostra'. Nel 2107 l'Impero Austro Ungarico era il più potente dell'Europa. Aveva annesso la maggior parte della 'vecchia' Italia, oltre Roma, città decadente, sin quasi a Napoli. – Quali sono le direttive? Il capo sezione G sollevò lo sguardo: – Bene, noto con piacere che va subito al sodo. A volte mi chiedo se lei è veramente un elemento asociale o se si comporta così semplicemente per mettersi in mostra. Ma lasciamo perdere. Mi preme farle sapere che l'esito della operazione avrà notevole importanza sulla eventuale

revoca della sua punizione e di quella del gruppo. Faccia il suo dovere e credo che potremmo chiudere tutti e due gli occhi. Ma commetta un solo errore, uno solo… e tornerà davanti alla porta della sonda. Chiaro. Alberti annuì senza dire una parola. – L'incertezza temporale, – riprese allora Rostovic – è legata al fatto che in quel delicato momento ci furono molte diserzioni nell'esercito italiano. Questa fu una delle ragioni della sconfitta, almeno è il parere degli storici. Molti soldati si diedero alla fuga anche per le disumane condizioni in cui avrebbero dovuto combattere. La disfatta di Caporetto e il caos che scoppiò subito dopo nell'esercito italiano, con l'aggiunta della inarrestabile forza d'urto del nostro esercito fecero il resto. Alcuni disertori furono presi e ati per le armi, ma la maggior parte di loro riuscì a scappare senza lasciar traccia. È da ciò che nasce l'incertezza temporale. Qualcuno dei fuggiaschi, non più sotto controllo, pare aver dato origine a una reazione a catena negativa che potrebbe ingigantirsi e sconvolgere il ato. – Quale sarà il nostro compito? Rostovic sapeva che quell'uomo era particolarmente abile: – Bisogna rintracciare la maggior parte dei disertori. Ufficialmente diverse centinaia, ma certamente furono molti di più. Ne furono presi, e questo è un dato storico, soltanto 93 e tutti fucilati. – D'accordo, troviamo gli altri e poi? – Li ucciderete tutti. Alberti socchiuse gli occhi. Aveva immaginato qualcosa del genere. Avevano bisogno di assassini a sangue freddo, di qualcuno che fe un lavoro molto sporco. E soltanto loro sarebbero stati disposti a farlo. Per un mucchio di ragioni. Per evitare la morte della sua mente, per due mesi di licenza statutari dopo ogni missione. E i suoi uomini ne avevano disperatamente bisogno. – Sarà difficile scovarli proprio tutti? – Avete un margine del 7% in modo da riportare il grado di stabilità temporale entro il 99,6%. Provvederemo noi ad informarvi quando la missione sarà diventata efficace. Voi dovete trovare quei disertori e farli fuori.

– Avremo i rilevatori termici? – Naturalmente, sarà il settore C che vi fornirà tutte le strumentazioni e le armi adatte. Ma non dovreste avere eccessive difficoltà. Si tratta di sbandati per lo più nascosti dentro qualche casa diroccata. Controllate le ferrovie e altri posti di rapido movimento. Non credo di dovervelo spiegare. Come sempre la sezione D provvederà all'adattamento fisico-mentale e della lingua. Il piano operativo è già pronto, lo deve soltanto ritenere a memoria e seguirlo o o. Ho finito. Potete andare. - Fece un gesto con la mano, una via di mezzo tra il saluto e il farsi vento e tornò a guardare il suo terminale. Alberti salutò secondo la norma e stava per uscire quando la voce del superiore lo costrinse a tornare sui suoi i. – Dimenticavo. Verrà con voi il sergeant major Muller. Non mi fido per nulla di lei, Alberti. – Ho dato più volte prova delle capacità del mio gruppo. – Non è questo il problema. - Evitando di dire quale fosse. – Poiché si tratta di un ordine non posso far altro che subirlo. Le prego però di rammentare al major che sono io che comando le operazioni. Lui non riuscirebbe a ritrovare il proprio ufficio se gli sostituissero la targhetta alla porta. Rostovic non sorrise, anzi gli lanciò uno sguardo ammonitore: – Sta parlando di un superiore. – Vuole che porti a termine la missione? Ebbene faccia in modo che lui stia il più lontano possibile da me. Il capo sezione stava per esplodere, ma fu Antonji a intervenire per calmare le acque. – Il compito di Muller è soltanto quello di osservatore, oltre che quello di tenersi continuamente in contatto con il Centro. Esegua il suo dovere e non avrà alcun problema da lui. Tenga soltanto presente che alla fine della missione il suo rapporto sarà determinante. Alberti sollevò le spalle: – Il che mi preoccupa non poco, ma una cosa è certa, nessun rapporto potrà essermi negativo se annullo la lacerazione temporale. – Non ci siamo intesi. Io non nutro il minimo dubbio sull'esito della missione, intervenne Rostovic – conosco bene le sue capacità, nonostante la sua persistente indisciplina, inoltre disporrà delle migliori attrezzature esistenti in grado di

facilitarle il compito. Il rapporto di Muller riguarderà lei personalmente. Forse ha perso i conti, ma è alla decima missione. Il regolamento parla chiaro. Al termine della decima missione lei dovrebbe are al grado di major e un uomo del gruppo diventerebbe sergeant. Fatto che, data la vostra… origine, non mi piace affatto. Sarò però costretto alle promozioni, a meno che… – … a meno che il rapporto di Muller non sia negativo. – Perspicace. – Quel verme non farà nulla a mio favore. Consideri già negativo il suo rapporto. – BASTA! - Rostovic batté il pugno sulla scrivania – Non tollererò altri insulti, non scordi che la sua punizione non è stata ancora annullata. - Cercando di calmarsi: – In ogni caso… in ogni caso le assicuro che terremo conto del cattivo sangue che corre tra voi quando andremo ad esaminare il rapporto. E sapremo giudicare, glielo assicuro. Ora vada a preparare la sua squadra. Ha soltanto 24 ore di tempo. Auguri. Fu un 'auguri' gelido, che non celava la palese speranza di non rivederlo tornare indietro. In quel genere di missioni, le perdite spesso erano considerevoli. Alberti salutò altrettanto freddamente e uscì. Rostovic sollevò lo sguardo verso Antonji. – Italiani che uccidono italiani. – borbottò a mezza voce. Sarebbe stata una punizione peggiore della sonda per un nazionalista come lui. Strinse le labbra. Era ansioso di convalidare il rapporto negativo di Muller.

5.

Alberti si gettò a terra e fece cenno ai soldati di fare lo stesso. Il suo rilevatore aveva mostrato la presenza di un gruppo di uomini che si muovevano verso di loro. Probabilmente una pattuglia italiana. L'ultima cosa che avrebbe voluto era proprio uno scontro. Attesero in assoluto silenzio che la pattuglia fosse ata e si risollevarono. Con lui c'erano quattro uomini della squadra e sette disertori che erano stati pescati nei pressi di uno scalo ferroviario a cinque chilometri dalla zona di operazione. Non era stato difficile convincerli a seguirli, erano sbandati e non sapevano cosa fare. Come tutti gli altri, del resto. – Muovetevi in silenzio, – ordinò – o saranno guai per tutti. Era inutile dirlo. Nella mente di quegli sbandati c'era una sola idea: quella di scomparire, di dileguarsi, allontanandosi da quella guerra infame. Il caporale Petruzzella gli si avvicinò: – Mi hanno appena comunicato il luogo del raduno generale predisposto dal Centro. È circa a un chilometro in linea d'aria da qui. Gli altri gruppi sono stati avvisati e lasceranno subito il loro rifugio provvisorio. È bene sbrigarsi, la notte è chiara. – Sollevò lo sguardo verso la luna che stava sorgendo. – Va bene, ma occhi aperti e sonde inserite. Non scordare che potremmo essere scambiati anche noi per 'disertori' e qualora dovessimo incrociare una pattuglia saremmo costretti a combattere.- Dicendo questo fu percorso da un brivido. Già, disertori. Una delle cause principali della sconfitta. Cacciò dalla mente quel pensiero e si concentrò sul percorso. Il terreno era impervio e ricco di avvallamenti e rocce che spuntavano dal suolo come lame d'acciaio. Reinserì il rilevatore termico. Qualcuno a destra. Un fascio luminoso li investì: – ALT. – Di corsa, via. – Il suo comando era stato inutile. Una volta udito l'ordine perentorio tutti erano scattati in ogni direzione lontano dal raggio luminoso. Qualche colpo di fucile illuminò il buio. I suoi uomini pur correndo erano rimasti al suo fianco: – Che facciamo? – Chiese il caporale Petruzzella.

Ancora colpi di moschetto. – Dopo penseremo a quei sette, non andranno lontano. Ora dobbiamo occuparci della pattuglia. Gli uomini si scambiarono uno sguardo. Le loro armi, pur all'apparenza identiche a quelle in dotazione dei soldati di quella guerra, erano invece fucili mitragliatori a puntatore laser spaventosamente più potenti. Qualcuno aveva pensato che una pallottola per uccidere non doveva necessariamente essere un cilindretto di piombo. Bastava che fosse sottile, molto sottile e che avesse tre alette. Sotto la spinta della polvere da sparo le alette si allargavano come petali di un fiore di metallo e facevano girare i sottili proiettili come un trapano. Entravano nella carne peggio delle vecchie pallottole, ma occupavano uno spazio limitatissimo. Un caricatore disposto nel manico ne conteneva più di cinquecento. – Significa che dovremo rispondere al fuoco? – Potrebbe succedere, ma spero di evitarlo. Conto molto sulla sorpresa. Loro si sono aperti a ventaglio e sono convinti di inseguire qualche fuggitivo morto di paura. Questo spiazzo potrebbe andar bene. Tu mettiti su quella altura a sinistra, e tu dietro quel gruppo di alberi. Voi due invece restate al centro con me. Li aspetteremo qui. I soldati che avanzavano facevano rumore, certi di non avere un nemico da combattere, ma disertori da inseguire. Davanti c'era qualcuno che dava ordini a voce alta in spiccato accento toscano. – Non sparate se non è assolutamente necessario, non scordiamo che stanno facendo il loro dovere in un momento grave e confuso. – Fece un cenno e i due raggiunsero le loro postazioni. I rumori si facevano sempre più vicini. ‘Già,’ pensò Alberti in quei pochi secondi d'attesa, ‘avevano da parte loro la ragione.’ Ma perché continuava a pensarci? Non ebbe il tempo di provare una risposta che alcuni uomini sbucarono nella radura. Uno di loro puntò la torcia sul terreno: – Direi una decina, – cominciò subito – si sono sparpagliati in ogni direzione… a meno… a meno di un gruppo che si è diretto da quella parte… - Sollevò la torcia. E rimase di ghiaccio. Alberti con i due uomini puntavano i fucili contro di loro. Un colpo e la torcia volò via dalle mani del soldato. Istintivamente tutti gli altri si gettarono per terra e cercarono di capire in che guai si erano cacciati. Ma erano allo scoperto, allora

il tenente che li comandava disse: – Chi siete? – Gettare le armi e alzate le mani, e vi assicuro che non vi sarà fatto alcun male. Non provate a reagire, siete sotto il fuoco incrociato. - E, a conferma delle sue parole, una piccola raffica partì da sinistra sulle loro teste, subito seguita da un'altra dalla parte opposta. – Prima fatevi riconoscere? – Tenente, in questo momento non è in grado di dare ordini.- Alberti parlava il perfetto italiano d'epoca, senza inflessioni dialettali, il Memosensoren era molto efficace e loro avevano avuto il compito facilitato poiché al Centro era stato loro concesso di usare tra loro l'italiano nonostante la lingua ufficiale fosse l'austriaco. – In ogni caso le assicuro che se obbedite non vi sarà torto un capello e alla fine vi renderete conto di essere stati più fortunati di molti altri. – Vigliacco! Avessi contro il nemico austriaco tanto coraggio! Il nemico… austriaco… Alberti sentì un brivido percorrergli la schiena. E uno dei soldati si alzò. Era l'ufficiale, un tipo piccolino, dall'aspetto gracile. Aveva baffetti appena accennati su un viso imberbe. Si avvicinò e gli porse la pistola: – Lo faccio per i miei uomini. Fosse per me la pistola gliela farei ingoiare. Alberti strinse il fucile nervosamente, ordinò a uno dei suoi uomini di prendere la pistola e, quando gli altri ebbero gettato i fucili li fece raccogliere. Se fossero finiti nelle mani di qualche sbandato avrebbe reso loro l'operazione più difficile. Dai propri nascondigli vennero fuori anche gli altri due uomini che aiutarono i compagni a portare i fucili, senza ovviamente perdere d'occhio i soldati che si erano raccolti al centro dello spiazzo con le mani alzate. – Andiamo. – Disse a Petruzzella che tirò fuori da una delle tasche della divisa un cercafaro e lo puntò davanti a sé indicando la direzione da prendere. I prigionieri furono fatti andare avanti. Dietro i quattro uomini con i fucili spianati pronti a tutto. Alberti si mise a fianco del tenente che procedeva con le mani in alto: – La prego, abbassi le mani. E lo faccia fare anche ai suoi soldati. – L'altro lo fece con una specie di sospiro di sollievo. – Ci sono altre pattuglie qui intorno?

Il tono di voce dell'ufficiale era carico di sdegno: – E pensa davvero che le risponda? – Ne sono sicuro. – Girò il capo verso uno dei suoi uomini: – Carlo, uccidi un uomo a caso, escluso il tenente. Carlo Risi rilevò il sorriso d'intesa. Abbassò il fucile e lo puntò sugli uomini. Uno dopo l'altro. Sostando qualche istante su ciascuno. Le reazioni furono diverse. Ci fu chi lo fissò negli occhi come a dire: vediamo se hai il coraggio di uccidere un prigioniero inerme, e chi si limitò a chinare il capo come la morte fosse ineluttabile, soltanto una questione di tempo. Ma vi fu anche chi rimase a guardare la punta del fucile con occhi sbarrati. Fu su di loro che il soldato indugiò di più. Finché quello che sembrava il più terrorizzato disse in fretta: – Questa notte sono uscite quattro pattuglie. Due sono lungo le sponde, l'altra è molto più a sud, verso la ferrovia. – Quanto torneremo ti farò giudicare dalla Corte Marziale. – Disse durissimo il tenente. – Se torneremo… – borbottò il soldato. – Ora state zitti tutti e due. – Ordinò Alberti. E rivolto al caporale Petruzzella: – Corri da Ragno e con dieci uomini batti questa zona. Riportami i disertori che avevano trovato. – Il soldato annuì e si allontanò in fretta precedendoli. Il tenentino lo fissò incredulo: – Vi… vi siete organizzati? Alberti scosse il capo: – Lasci perdere, signore, non riuscirebbe mai a capire. – E fece accelerare il o.

6.

Il buio era calato da molte ore e la luna splendeva. L'aria si era fatta fredda e secca, ma nessuno pareva dare eccessivo peso alla temperatura. – Abbiamo rastrellato quasi cinquecento disertori. Secondo il piano prima dell’alba riusciremo a completare l'opera. Alberti fece un rapido calcolo mentale. Erano intorno all'85%. Naturalmente nella zona indicata dal Centro, quella a rischio. Non erano ancora al 93% ma l'avrebbero raggiunto in fretta. I rilevatori termici e le indicazioni del Centro sui piccoli gruppi di disertori aveva facilitato il compito. Davvero una missione facile. E, almeno per il momento, senza spargimento di sangue. Il solo pensiero che avrebbe avuto i gradi di sergeant major gli diede un brivido di gioia. Quel bastardo di Muller avrebbe dovuto far molta attenzione e come si comportava con lui. Sarebbero stati pari grado e questo avrebbe mutato totalmente il loro rapporto. – Cos'ha intenzione di fare? Il tenente lo distolse da quei pensieri. Stava cercando una risposta adeguata quando alle sue spalle udì una voce sin troppo nota: – Quello che avreste dovuto fare voi: fucilare tutti i disertori. Alberti si girò furibondo mentre l'ufficiale spalancava la bocca per la sorpresa: – Perché non si cuce quella boccaccia? – Lui lo deve sapere. Noi… – Era Muller, in penombra. – Ho detto di chiudere il becco. Conosce le regole. Nessuna spiegazione. Potrebbero intralciare la missione. A meno che non siano queste le sue intenzioni. – Porti rispetto. Le rammento che sono un superiore. – Qui comando io. E la sua divisa è quella di un soldato semplice. Deve obbedirmi. O potrebbe essere considerato un… disertore.

Muller sgranò gli occhi e restò a fissare Alberti con occhi di fuoco, poi si guardò intorno. Era circondato dagli uomini della squadra italiana. Ciascuno di loro sarebbe stato felicissimo di sparargli una fucilata nella schiena. Allora capì che per lui non tirava aria buona, quindi strinse le labbra e borbottò: – È vero, comanda lei. Ma al ritorno… – E batté la mano su una tasca all'altezza del petto, dove probabilmente aveva gli appunti per il rapporto. Un soldato sputò per terra davanti ai suoi piedi, ma lui fece finta di non accorgersene. – Ma… ma non… non potete. – la vocina flebile del tenentino era come riemersa dal limbo. – Non potere ucciderli… devono avere un regolare processo. – Non tema, il nostro soldato voleva solo spaventarvi. Il tenente non gli credette per nulla: – Non è detto che debbano per forza essere fucilati. Qualcuno potrebbe essere stato trascinato a forza dai compagni, non tutti finiscono al muro. – Le ripeto, stia tranquillo, non ci sarà spargimento di sangue. – Già, e cosa avrebbe fatto dopo? Come poteva dire quella grossa bugia sapendo che il loro compito preciso era proprio quello di uccidere i disertori e annullare l'incertezza temporale? – In ogni caso, non ne avete l'autorità. Non siete neanche un ufficiale e non ne vedo qui intorno. – Siamo un corpo speciale creato per recuperare i disertori. - Mentì anche se in fondo in fondo era vero. – Avrete dei documenti? Potreste essere voi stessi dei disertori. – E se cadessimo in mano al nemico? I documenti sarebbero preziose informazioni militari. Il tenente restò in silenzio a riflettere. In effetti la considerazione di Alberti era sin troppo logica. Stava per continuare quando si udì un fucile che sparava. Ed era uno di quelli speciali. Il sergeant lanciò una imprecazione e si mosse verso il punto da cui era provenuto lo sparo. I suoi ordini erano stati categorici: sparare soltanto per estrema necessità. Non dovevano essere scoperti per nessuna ragione. E tenere cinquecento uomini sotto controllo in quell'avvallamento non era affatto facile. Vide due cose contemporaneamente. Il corpo di un soldato a

terra senza vita e a pochi i il sergeant major che reggeva tra le mani il fucile ancora caldo. Si chinò sul corpo. Per fortuna non era uno dei suoi uomini. – Ha tentato di fuggire. – disse indifferente Muller. – Ho cercato di fermarlo, ma lui ha tentato egualmente. Sono stato costretto a sparare. – Era un ragazzo forse di neanche vent'anni. Alberti si lanciò contro di lui e l'afferrò per il bavero fissandolo furibondo: – Avevo detto di non sparare. – Fu così grande lo sbalordimento del sergeant major per quel gesto che non reagì. Perché si scaldava tanto? La sua stessa domanda colse Alberti senza una risposta. In fin dei conti quella sarebbe stata la fine di tutti quei disertori. E sarebbe stato proprio lui a dare l'ordine. Allora perché si scaldava tanto? – Ma… ma è… impazzito? Mi lasci. Mollò la presa e cercando di calmarsi: – Lì ci sono più di cinquecento uomini che non si rendono conto della situazione. Il nostro compito sa bene qual è. Se vedono uccidere uno di loro possono essere presi dal panico e tentare qualche azione disperata. Potrebbero morire dei miei uomini e compromettere l’esito della missione. Questo lo riesce a capire, pezzo d'idiota? – Come si permette… – Qui intorno potrebbero esserci altre pattuglie. E non si azzardi a prendere altre iniziative perché potrebbe essere il MIO rapporto e non il SUO ad essere pesante. Sono io che conduco questa missione e non c'è nulla di più grave dell’interferire negativamente su di essa. Il suo compito è soltanto quello di osservare, e di obbedire ai miei ordini. Al di sopra del Major Rostovic c'è qualcuno che potrebbe anche darmi ascolto. – Mi pagherà anche questo affronto. – A denti stretti. – Se non vuole che la disarmi e la getti insieme ai disertori le consiglio di obbedirmi. Chiaro! – Poi si girò verso un paio di suoi uomini che erano accorsi con lui: – Seppellite questo disgraziato.

Molto preoccupato, Alberti tornò a o sostenuto sulla piccola piazzola sopraelevata che permetteva a lui e ai suoi uomini di controllare i disertori. Diede uno sguardo ai soldati e con un sospiro di sollievo si rese conto che erano rimasti tranquilli, chi seduto a fumare, chi disteso a cercare di dormire. Per il momento erano vivi e questo era l'unica cosa che contava. – È stato ucciso qualcuno? – Il tenente lo stava fissando con occhietti accusatori. Più che una domanda era una constatazione. Alberti non aveva però alcuna intenzione di subire quel piccoletto. – Mi ascolti, tenente. Io vorrei lasciare andare lei e i suoi uomini, ma ho paura che mi combinereste un guaio, e per stanotte non posso correre il rischio. – Sollevò lo sguardo al cielo che pareva sul punto di schiarirsi: – Tra poco l'esercito Austro Ungarico sferrerà un attacco poderoso contro le vostre difese sul Piave e le sfonderà in corrispondenza del guado a est. Sarà la fine. Le consiglio di stare tranquillo, così riuscirà a salvare la pelle. Il tenente spalancò la bocca incredulo: – Sfonderà… sul Piave… Ma… ma come sa tutto questo? – Gliel'ho già detto, non può capire. – E invece ho capito tutto. Siete qui per diffondere il panico. Siete austriaci camuffati… bastardi! Ma non riuscirete a confonderci… noi resisteremo… il fronte del Piave non cederà. Alberti scosse il capo ed evitò di continuare la discussione. Si rivolse al suo vice: – Controlla che i nostri uomini siano ben svegli e al loro posto. – Ho già fatto un giro. I prigionieri sono tranquilli. – Forse con noi si sentono al sicuro. – Forse. – Fece per andarsene, ma l’altro gli afferrò il braccio. – Sergeant…– Alberti lo guardò: – Quali sono… quali sono esattamente i suoi ordini? – E accennò col capo ai prigionieri. – Conosci bene quello che dobbiamo fare.

– Le sto chiedendo quali ordini darà LEI? Il superiore chinò il capo: – Dobbiamo portare a termine la missione. Non possiamo fare diversamente. Sistemiamo questi, poi ne catturiamo altri sino a portare l’incertezza sotto la soglia richiesta. Fine della missione e tutti a casa. Il caporale Petruzzella si morse il labbro: – Quando? – Appena inizia la battaglia finale. L’uomo chinò lo sguardo. Alberti allora lo prese per la giacca e gli chiese: – Ma che diavolo avete tutti? L'altro non gli rispose. Si liberò dalla presa e si allontano. Cos'era quel senso di vuoto che l'avvolgeva? Maledizione! Perché non era rimasto ad affrontare quella stupida sonda? Stramaledizione! Con la morte nel cuore tornò al suo giro di controllo.

7.

– Sergeant. – Alberti raggiunse il soldato che, porgendogli il binocolo a rilevamento termico, gli accennava col capo al di là del fiume. Portò il binocolo agli occhi e vide un gran movimento qualche centinaio di metri oltre il Piave dove l'esercito italiano aveva cercato di formare una linea di difesa. – Sta per iniziare. Una stretta al cuore gli ricordò il suo compito. E per la prima volta da quando era lì rifiutò l'idea. Abbassò il binocolo. Lui odiava i disertori, erano dei vili e se la davano a gambe mentre gli altri morivano anche per loro. Ma né lui né i suoi uomini erano abituati ad uccidere a sangue freddo. – Ecco… i segnali d'attacco. – Petruzzella non aveva neanche finito di parlare che il cielo si illuminò quasi a giorno e scoppiò l'inferno. Le granate cominciarono a esplodere ovunque martellando la linea difensiva oltre il turbolento fiume che scorreva indifferente alla tragedia. Gli italiani restavano rannicchiati nelle loro trincee pregando il cielo di non essere colpiti dalle granate. In attesa. Coraggiosamente in attesa. Alberti sentì un po' di trambusto alle sue spalle. Alcuni dei suoi uomini li avevano raggiunti secondo i suoi ordini. – Noi siamo pronti. – Disse uno di loro. Lui non si mosse. – Il Centro ci comunica che tra circa mezz’ora gli Austro Ungarici sfonderanno la linea proprio davanti a noi. Poi lo stesso succederà in altri tre punti con i difensori presi alle spalle. Dobbiamo sbrigarci o potremmo essere coinvolti nella battaglia. Non scordi che abbiamo ancora un po’ di disertori da trovare. Alberti sollevò la destra per farlo zittire. Sapeva bene quello che sarebbe successo e conosceva i loro rischi. Ma dare quell'ordine gli pesava più del grugno di Muller. – Radunate i disertori al centro dell'avvallamento. – A malavoglia i suoi uomini si allontanarono. Lui continuò a guardare la situazione.

– È evidente che sfonderanno qui. Probabilmente i generali avranno pensato che la particolare asprezza del paesaggio avrebbe dissuaso il nemico a tentare di attraversare da questa parte. – I guai di tutti gli eserciti sono i capi, non i soldati. Alberti annuì piano. Vide i difensori che non indietreggiavano di un metro benché sapessero che un assalto da quella parte li avrebbe spazzati via in un amen. – Quegli uomini hanno fegato da vendere. E tra poco saranno tutti morti. Alberti si alzò: – Tienimi informato di quello che succede. – Agli ordini, signore. Ora doveva pensare al vero problema che lo riguardava. In breve raggiunse il luogo del raduno. La scena era apocalittica. Sullo sfondo le luci dei traccianti e delle granate dava ai numerosi soldati in piedi raggruppati un aspetto spettrale. Fu il tenente a raggiungerlo non appena lo vide: – Vi prego… ve lo ordino, ridateci le armi. Vogliamo morire a fianco dei nostri commilitoni. Il sergeant si strofinò la fronte come a sforzarsi di pensare, poi con decisione: – Ridate le armi agli uomini della pattuglia. – Lei è pazzo! – Muller si era fatto largo a spallate. Decisamente lo teneva sotto controllo. Era più sorpreso che adirato. Alberti non gli prestò la minima attenzione. Salì su una sporgenza rocciosa dalla quale si dominava l'avvallamento nel quel erano stati radunati i disertori. Intorno il cordone dei suoi uomini col fucile spianato pronti a tutto. Li guardò. Non sembravano proprio entusiasti del compito. Il suo cuore era in tumulto. I gradi di sergeant major al suo ritorno avrebbero fatto comodo a lui e alla sua squadra. Già, al suo ritorno. Amarissimo ritorno. Del resto non potevano restare lì, ed esser nulla, perché lui lì non esisteva. Oscuro soldato di un esercito sconfitto. Senza neanche una patria. No. Non aveva scelta. Doveva portare a termine la missione così come era stata studiata al Centro. E fu allora che udì il canto. Era un inno che si alzava al di sopra del clamore della battaglia e che lo fece

rabbrividire. Veniva fuori da bocche impastata dal fango e intossicate dal fumo della polvere da sparo. Forse anche accompagnato da lacrime. Era una vecchia usanza quella di farsi coraggio cantando. A deridere il nemico. A deridere la morte stessa. Allora capì. Capì che stava per prendere una decisione assurda. Ma straordinaria. Il suo viso tornò sereno come non accadeva da molti anni. Che stupido era stato ad averlo capito soltanto allora. Un riscatto. Ne aveva la possibilità. I suoi uomini si agitarono intorno a lui, avevano intuito che c'era un cambiamento nel programma, ma non potevano immaginare quanto. Una leggera euforia cominciò a serpeggiare tra loro. Sollevando la voce in modo da superare se possibile il rumore della battaglia non lontana Alberti gridò: – Soldati, il mio compito è quello di uccidervi come disertori. – I prigionieri cominciarono ad agitarsi impauriti e guardandosi intorno. Il tenente afferrò la propria pistola e prese ad allontanarsi disgustato alla testa della sua pattuglia. – Ma… – continuò Alberti prima che l'agitazione si trasformasse in qualcosa di peggio – ma voglio darvi la possibilità di riscattare il vostro onore. – Il tenente si fermò perplesso girandosi a guardarlo. – Ora sta esagerando, sergeant. – Muller si era fatto avanti – Questo significa disobbedire agli ordini del Centro. Hanno fatto bene a inviare me per controllarla. Prendo io il comando delle operazioni e con lei faremo in conti una volta tornati. – Fece per raggiungerlo, ma 'inciampò' nel piede di uno dei soldati finendo a terra. – Noi sappiamo, – continuò Alberti incurante dell'interruzione con voce decisa – perché e dove sarà sfondata la linea di difesa del no.. vostro esercito. – Perché stava per dire 'nostro'? – C'è un'ansa del fiume proprio davanti a noi, tra pareti di viva roccia che i vostri generali hanno considerato una difesa naturale e quindi lì hanno schierato pochi uomini. Hanno però trascurato il fatto che l'acqua è bassa e che il fiume è facile da guadare. Lì gli austriaci sferreranno un furioso attacco all'arma bianca e sfonderanno la linea difensiva aggirandola e prendendo i vostri commilitoni alle spalle. E una carneficina. Sarà la fine della guerra. E dell'Italia. Ma… Ma se si riuscisse a fermare proprio lì l'esercito austriaco… allora… allora forse le sorti della battaglia e della guerra cambierebbero.

Fu forse il canto lontano, o la paura di morire da vili… fu la voglia di riscatto… nessuno seppe dirlo con precisione. Ma ci fu qualcuno che cominciò a dire: – Datemi un fucile e glielo faccio ingoiare con tutto il manico a quei bastardi. – E ancora: – Sì, datene uno anche a me.. – – A me… a me…– E le singole voci divennero clamore che superò quello della battaglia furibonda. Soltanto un uomo non fu coinvolto in quella esaltante emozione. Muller strappò di mano il fucile all'uomo più vicino: – Bastardo! – E lo puntò contro Alberti. La prima raffica scheggiò la roccia viva formando una costellazione di punti chiari nella massa grigiastra. Ma Alberti non era più lì. Con la coda dell'occhio aveva visto il gesto del superiore e prima che la raffica lo raggiungesse aveva spiccato un balzo di lato, atterrando dolorosamente su una spalla. La seconda raffica gli sfiorò i capelli. Tutto si era svolto velocemente, ma nessuno, per istinto, osava sollevare la propria arma contro il sergeant major. Il duro lavaggio del cervello avevano lasciato traccia. E stava per partire la terza raffica. – Sergente. – Il tenente gli si era avvicinato. E stringeva nelle mani il moschetto di uno dei suoi soldati. Glielo lanciò. Un normalissimo fucile d'epoca. Con un solo colpo in canna. Alberti lo afferrò al volo. E sparò. Anni d'addestramento non erano stati vani. E l'abitudine a trovarsi sempre in missioni violente l'aveva aiutato. Muller mollò il fucile e portò le mani al petto insanguinato, poi davanti ai suoi occhi increduli macchiate di sangue. Strano, quel sangue pareva più scuro del normale. Cadde bocconi senza un gemito con gli occhi che rimasero fissi fino alla fine sul suo avversario di sempre. Poi una granata cadde vicina. Un soldato giunse precipitosamente. – Stanno concentrando il bombardamento da questa parte. Tra poco attraverseranno il fiume. Alberti si risollevò. Restituì il fucile al tenente con una sguardo di ringraziamento e tornando a rivolgersi ai disertori: – Siete stati dei vigliacchi fuggendo. Ma io farò di voi degli eroi che cambieranno il corso della storia. – E rivolto ai suoi uomini: – Date loro le armi, è tempo di riscatto.

8.

Il colonnello Calandri accese l'ennesima sigaretta che fumò a metà come tutte le altre gettando a terra il mozzicone. – Uomini… ho bisogno di uomini… – Ho mandato a chiedere rinforzi e spero che… – Ora, ho bisogno di uomini ora. Come faccio a reggere l'urto di una divisione con un pugno di disperati? È… è la fine. Tutti gli ufficiali presenti nel quartier generale non sapevano cosa dire. Erano stati felici di essere stati destinati ad una zona considerata sicura del fronte, ma in quel momento lo rimpiangevano. Si limitarono a restare impalati in attesa di ordini. In quel preciso momento la porta si spalancò violentemente e un soldato entrò trafelato. Aveva il volto cereo ed era fradicio d'acqua. – Stanno sfondando… stanno attraversando il fiume. Abbiamo bisogno di rinforzi e di qualcuno che ci guidi. Gli ufficiali sono tutti morti e siamo rimasti in pochi. Non li fermeremo ancora per molto. Il colonnello lo afferrò per il bavero: – Maledetto! Cosa ci fai allora tu qui? Perché non sei a morire con i tuoi commilitoni? Il soldato facendo uno sforzo sovrumano si erse in tutta la sua statura. Per la prima volta da quando era sotto le armi riuscì a fissare negli occhi un ufficiale di così alto grado e ad esclamare: – Una dozzina di uomini in più non servirebbero a molto, – e girò lo sguardo intorno carico di biasimo soffermandosi sulle linde e immacolate divise dei presenti – quindi a nulla servirebbe un uomo solo. Ma non tema, signore, saprò morire da uomo. Il tenente Gruosso mi ha ordinato di portarvi la notizia prima che una scheggia di granata gli attraversasse il cervello. E, mi creda, morirò felice per la mia patria.

Salutò e senza indugi fece per uscire. – Soldato. – Il tono era duro. L'uomo si girò. Vide il foro nero della pistola d'ordinanza del colonnello davanti ai suoi occhi. Aprì la bocca incredulo. – Hai osato mancare di rispetto ad un superiore…– disse il colonnello – ma hai ragione. Facci strada. – E seguito da tutti gli uomini del suo quartier generale si gettarono verso la morte certa.

Le truppe austro-ungariche avevano conquistato la sponda 'italiana' del Piave e avevano creato una testa di ponte ricacciando indietro i difensori stremati e ridotti a un pugno di uomini. I genieri si stavano affrettando a creare un ponte di barche per permettere l'agevole aggio del grosso delle truppe e dei mezzi corazzati. Sporadicamente dalle alture circostanti qualche fucilata li bersagliava, ma subito una pioggia di granate spianava l'altura facendo tutto e tutti a brandelli. Il colonnello giunse trafelato alle spalle degli ultimi uomini che combattevano come leoni, si appostò dietro un albero e cominciò a sparare. E alla luce dell'alba vide ovunque soldati morti in pose scomposte, ovunque grossi crateri che mostravano quanto tremendo fosse stato il martellamento dell'artiglieria. Da un soldato morto lì vicino prese una bomba a mano e, tolta la sicura, la scagliò nel gruppo di genieri austriaci che si stavano dando da fare. Lo scoppio fu devastante, ma attirò dalla sua parte un nutrito fuoco di sbarramento. E colpi di mortaio. Intorno si stava nuovamente scatenando l'inferno. Due ufficiali furono centrati in pieno e si accasciarono al suolo esanimi. La furia con cui i nemici avevano reagito significava soltanto che quel posto era particolarmente importante. Per tutti loro ci sarebbe stata soltanto la morte. Da eroi, ma pur sempre morte. L'alba era sorta vestita di cielo grigio, dalla terra si levava una nebbia ispessita dal fumo delle bombe. Un'altra fredda e angosciante alba sarebbe sorta su un mondo stravolto. – Avessi le riserve… – esclamò il colonnello.

– Le ha, signore, – uno dei soldati vicini si reggeva la spalla ferita e sparava a casaccio con una pistola – stiamo resistendo proprio con quelle. Sono qui tutti gli uomini disponibili. Persino i cuochi, gli ambulanzieri e gli infermieri. Stanno combattendo tutti. Dietro… dietro di noi non c'è più nessuno. Soltanto la nostra terra ormai indifesa. – Smise di parlare stringendo i denti per il dolore. E le sue parole suonarono sentenza. Una granata esplose vicinissima investendo altri uomini poco distanti e uccidendoli. Con rabbia il colonnello decise di gettarsi a testa bassa contro il nemico sparando alle cieca… Stava per ordinare un folle assalto suicida.

E gli parve di sentire un canto. Quando era scoppiata la battaglia aveva ordinato ai suoi uomini di cantare per tenere su il morale. Ma i suoi uomini erano quasi tutti morti o feriti. E i pochi superstiti non avevano certo il fiato per cantare. E allora? Cos'era quell'inno che conosceva molto bene… quello della sua terra… che stava per essere conquistata. Girò lo sguardo intorno come a cercare tra i pochi sopravvissuti una conferma. – Sto forse impazzendo? Il viso incredulo dei suoi subalterni fu più di una risposta. Allora non era il solo a udire il canto, allora era vero… Poi li vide. Come fantasmi emergevano dalla nebbia con i fucili spianati. Ma non potevano esserci altri uomini dietro di loro… parevano soldati morti e resuscitati, circondati dall'alone biancastro. E cantavano, incredibilmente cantavano. Scosse il capo sconvolto. Davanti avanzavano due graduati. Uno era un giovane

tenente, lo conosceva, era stato dato per disperso la scorsa notte. E l'altro… l'altro non l'aveva mai visto, eppure si vantava di conoscere personalmente tutti i suoi graduati. Dai gradi risultava un sergente. Ed entrambi avevano una strana luce negli occhi. Tra lo sbalordimento dei pochi sopravvissuti i soldati continuavano ad emergere dalla nebbia quasi fossero infiniti. Erano centinaia. Un miracolo. Non poteva essere che un miracolo. Urlò di gioia unendosi al canto e sollevando la pistola al cielo. Non capiva da dove venissero quegli uomini, né chi fossero. Forse erano davvero morti resuscitati, forse angeli. Poco importava, portavano la sua stessa divisa. E sparavano contro i suoi nemici. E parevano invulnerabili. Corse incontro a quei soldati incurante delle pallottole che gli fischiavano intorno e, resistendo alla tentazione di abbracciarli, si unì a loro gettandosi contro l'invasore. Il Piave era rosso di sangue. I genieri avevano quasi completato la loro opera, preludio alla disfatta dell'esercito italiano. L'assalto fu inaspettato. Gli austriaci sgranarono gli occhi quando scorsero le spettrali figure uscire dalla nebbia che pareva proteggerle. Impossibile. Non potevano esserci altre truppe davanti a loro, ne erano assolutamente certi. Allora, quei soldati? Chi erano? Come mai avanzavano spavaldi e senza paura? Quasi fossero immortali? Sparando come mille e mille? Il panico cominciò a serpeggiare tra i soldati nemici ed esplose quando cominciarono a cadere come fantocci. E furono ricacciati indietro, annaspando nell'acqua, che pareva più turbolenta che mai, in cerca di fuga. E continuarono a fuggire anche quando raggiunsero la sponda amica. I primi soldati italiani toccarono l'acqua del fiume.

E andarono oltre. La notizia volò velocemente. I soldati italiani avevano retto l'urto dell'assalto nemico e avevano sfondato la loro linea attraversando il Piave e penetrando nel territorio già conquistato dal nemico. Incredibile! E allora perché restare a subire i colpi dell'invasore? Perché non raggiungere quel pugno di coraggiosi e unirsi a loro? Quasi come un sol uomo, migliaia e migliaia di fanti si gettarono nell'acqua gelida. Molto morirono in quell'alba sanguinosa. Ma furono inarrestabili. E davanti a tutti un insolito terzetto. Un colonnello dagli occhi carichi di lacrime. Un giovane tenente dal volto esaltato. E un sergente che nessuno aveva mai visto.

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in questa collana

Vittorio Catani, Tre per uno È davvero l’etica a porre confini alla scienza, o non piuttosto il pregiudizio? E questi limiti hanno davvero un valore quando in gioco c’è la vita di un essere umano? ISBN: 9788867752508 Renato Pestriniero, L'ultima porta Tre astronauti, una stazione spaziale in orbita. E sotto di loro la Terra, ridotta a un deserto radioattivo dalla guerra nucleare che ha distrutto l’umanità. ISBN: 9788867752515 Donato Altomare, Parabola Se creiamo automi sempre più simili all’uomo, non corriamo il rischio di renderli sempre più… imperfetti? ISBN: 9788867752522 Giuliano Giachino, Lo scudo di Anghor Lo Scudo era un gigantesco dente roccioso, alto oltre quattrocento chilometri. Era così imponente che la sua vetta usciva dall’atmosfera. E ora stava per crollare. PREMIO COURMAYEUR 1993 ISBN: 9788867752539 Carlo Bordoni, Fame da lupo Tutti sanno che cos’è un lupo mannaro, ma una forma sconosciuta di contagio della licantropia può produrre effetti insoliti, ma non meno letali… ISBN: 9788867752553 Mariangela Cerrino, Il segreto di Mavi-Su Erano un popolo antichissimo, e la loro conoscenza andava oltre le capacità di comprensione dei terrestri. Scoprire i loro segreti avrebbe potuto evitare un conflitto interplanetario, ma gli avrebbe anche cambiato la vita per sempre. ISBN: 9788867752560 Alessandro Fambrini, Arco iris de mi alma Era stata la sua casa molti anni prima. E ora ci tornava per svelare un mistero che traeva le sue radici nella sua stessa infanzia. Premio Italia 2009 ISBN: 9788867753031 Donato Altomare, Ogni nave deve incontrare le sue onde Arruolarsi nei pirati per Jack sembrava la soluzione di tutti i problemi. Ma nessuna scelta è davvero facile e il prezzo a volte è troppo alto da pagare. ISBN: 9788867753109 Antonino Fazio, Ripiegamento tattico Erano soldati, e soldati sarebbero rimasti per sempre. Neppure la morte poteva liberarli dal loro destino. ISBN: 9788867753352 Silvio Sosio, Uno nessuno centomila Aveva commesso un crimine e scontato la sua pena: la sua personalità era stata cancellata e rimpiazzata. Ma forse qualcosa non aveva funzionato come previsto. PREMIO COURMAYEUR 1986 ISBN: 9788867753468 Vittorio Catani, Storia di un uomo Anche noi come i Neanderthal saremo soppiantati da una nuova specie umana? Qual è il mistero del piccolo orfano Nino? Due brevi capolavori del più premiato autore italiano ISBN: 9788867753604 Franco Forte, L'oscura anima del progresso In quel giorno, in quel secolo, si faceva chiamare Joachim

Waldeim. Aveva vissuto e suonato per centinaia d’anni, ma forse ormai il mondo non aveva più bisogno di lui. ISBN: 9788867753710 Mariangela Cerrino, Altri mondi lontani Alan e Alliana appartenevano a mondi diversi ma avevano molto in comune: lo stesso Dono che permetteva loro di condividere pensieri ed emozioni, anche attraverso distanze incolmabili. ISBN: 9788867753819 Angelo De Ceglie, Babele Venivano da tutta la galassia per affrontare la sfida impossibile del Mondo dello Specchio, alla ricerca di se stessi e dei propri limiti. ISBN: 9788867753918 Donato Altomare, Come un serpente che si morde la coda Una missione di routine andata male: una nave perduta, un pilota morto. Ma cosa c'è dietro? Chi ha causato realmente l'incidente? ISBN: 9788867754038 Stefano Carducci, I giorni delle meraviglie e dei miracoli Quando anche l’ultimo testimone sarà scomparso che cosa succederà dei fatti, dove albergherà la memoria? ISBN: 9788867754144 Renato Pestriniero, Girotondo com'è bello il mondo Stritolati dagli ingranaggi di una società che pretende sempre di più resta solo un modo per gridare la propria ribellione ISBN: 9788867754274 Bruno Lazzari, Jonathan Uomini che inseguono la gloria, una montagna gigantesca, una gara mortale ISBN: 9788867754342 Giuliano Giachino, Vampiro Nella Terra ghiacciata, devastata da un antico conflitto nucleare, un Vampiro si nutre del dolore ISBN: 9788867754601 Luigi Pachì, Giù nei territori Nel futuro l'unica via di fuga dalla realtà sarà la musica, trasformata nella più potente delle droghe ISBN: 9788867754663 Enrico Di Stefano, Il record impossibile Il record del 1932 mai omologato di James Carlton nei 200 metri era davvero impossibile per quell'epoca? Da un vero mistero sportivo una storia apionante ai confini del tempo ISBN: 9788867754786 Donato Altomare, Centro Ristrutturazione Temporale Se nel novembre del 1917, sul Piave, le cose fossero andate diversamente, oggi l'Italia sarebbe una provincia dell'Impero Austriaco ISBN: 9788867754847

Gli ebook rapidi ed emozionanti

Erotismo

Claudette Marceau, Io, Elisabeth - Senza sfumaturen. 1

Letizia Draghi, La sala delle punizioni - Senza sfumaturen. 2

Ledra, Il ladro - Senza sfumaturen. 3

Macrina Mirti, Il dolce sapore della vendetta - Senza sfumaturen. 4

Emiliana De Vico, Incontri protetti - Senza sfumaturen. 5

s Shepard, Il suo gioco - Senza sfumaturen. 6

Emiliana De Vico, Zona d'ombra - Senza sfumaturen. 7

Letizia Draghi, La guardia del corpo - Senza sfumaturen. 8

Emiliana De Vico, Seta nera - Senza sfumaturen. 9

Sapphire Diamonds, La notte dei cristalli iridati - Senza sfumaturen. 10

Letizia Draghi, Body Sushi - Senza sfumaturen. 11

Emiliana De Vico, Il braccialetto rosa - Senza sfumaturen. 12

Macrina Mirti, Finiamola qui - Senza sfumaturen. 13

Didì Chisel, Un profumo per tre - Senza sfumaturen. 14

Letizia Draghi, Rivelazioni - Senza sfumaturen. 15

Irene Vanni, Tramonti sul lago - Senza sfumaturen. 16

Nora Noir, La serva di Vienna - Senza sfumaturen. 17

Alexandra Maio, Non andare via - Senza sfumaturen. 18

Gioia Monte, Senza respiro - Senza sfumaturen. 19

Elena Vesnaver, Senza scampo - Senza sfumaturen. 20

Lisa Peray, Appunti di viaggio - Senza sfumaturen. 21

Luce Loi, Prima dell'alba - Senza sfumaturen. 22

Elena Arrosi, Taxi driver - Senza sfumaturen. 23

Alessandra Paoloni, L'amante del boia - Senza sfumaturen. 24

Irene Vanni, Vicini e lontani - Senza sfumaturen. 25

Laura Gay, Sette giorni e sette notti - Senza sfumaturen. 26

Federica D'Ascani, Fuga da un sogno - Senza sfumaturen. 27

Irene Vanni, Narciso o Crisantemo? - Senza sfumaturen. 28

Didì Chisel, Scarlett - Domani è un altro giorno - Senza sfumaturen. 29

Laura Gay, Senza legami - Senza sfumaturen. 30

Angela D'Angelo, Finalmente mio - Senza sfumaturen. 31

Emiliana De Vico, Sesso amaro - Senza sfumaturen. 32

Fantascienza

Robert Silverberg, eggeri - Biblioteca di un sole lontanon. 1

Walter Jon Williams, Elegia per angeli e cani - Biblioteca di un sole lontanon. 2

Robert Reed, Il salvatore - Biblioteca di un sole lontanon. 3

Kristine Kathryn Rusch, Echea - Biblioteca di un sole lontanon. 4

Robert Silverberg, L'imperatore e la maula - Biblioteca di un sole lontanon. 5

Franco Forte, Chew-9 - Chew-9n. 1

Franco Forte, La guerra coi Rems - Chew-9n. 2

Franco Forte, Sole giaguaro - Chew-9n. 3

Franco Forte, Sentenza Capitale - Chew-9n. 4

Franco Forte, Morte dell'Agglomerato - Chew-9n. 5

Franco Forte, Stazione 9 - Chew-9n. 6

Franco Forte, Acciaio - Chew-9n. 7

Franco Forte, Quinta dimensione - Chew-9n. 8

Franco Forte, Sono atomi di stelle - Chew-9n. 9

Ilaria Tuti, Cerberus - Chew-9n. 10

Franco Forte, Gli orizzonti del cerchio - Chew-9n. 11

Ilaria Tuti, Egemona - Chew-9n. 12

Diego Lama, Gli orfani di Ana-j - Chew-9n. 13

Roberto Zago, Inferno blu - Chew-9n. 14

Alain Voudì, Alla deriva - Chew-9n. 15

Daniele Pisani, Blue diamond - Chew-9n. 16

Ilaria Tuti, Profondo Alpha - Chew-9n. 17

Lorenzo Fontana, Guantoni rossi - Chew-9n. 18

Andrea Ferrando, Puro spirito - Chew-9n. 19

Michela Pierpaoli, Baras III - Chew-9n. 20

Antonino Fazio, Babelion - Chew-9n. 21

Greta Cerretti, Effetti collaterali - Chew-9n. 22

Daniele Pisani, Qubix9001 - Chew-9n. 23

Vittorio Catani, Tre per uno - Classici della Fantascienza Italianan. 1

Renato Pestriniero, L'ultima porta - Classici della Fantascienza Italianan. 2

Donato Altomare, Parabola - Classici della Fantascienza Italianan. 3

Giuliano Giachino, Lo scudo di Anghor - Classici della Fantascienza Italianan. 4

Carlo Bordoni, Fame da lupo - Classici della Fantascienza Italianan. 5

Mariangela Cerrino, Il segreto di Mavi-Su - Classici della Fantascienza Italianan. 6

Alessandro Fambrini, Arco iris de mi alma - Classici della Fantascienza Italianan. 7

Donato Altomare, Ogni nave deve incontrare le sue onde - Classici della Fantascienza Italianan. 8

Antonino Fazio, Ripiegamento tattico - Classici della Fantascienza Italianan. 9

Silvio Sosio, Uno nessuno centomila - Classici della Fantascienza Italianan. 10

Vittorio Catani, Storia di un uomo - Classici della Fantascienza Italianan. 11

Franco Forte, L'oscura anima del progresso - Classici della Fantascienza Italianan. 12

Mariangela Cerrino, Altri mondi lontani - Classici della Fantascienza Italianan. 13

Angelo De Ceglie, Babele - Classici della Fantascienza Italianan. 14

Donato Altomare, Come un serpente che si morde la coda - Classici della Fantascienza Italianan. 15

Stefano Carducci, I giorni delle meraviglie e dei miracoli - Classici della Fantascienza Italianan. 16

Renato Pestriniero, Girotondo com'è bello il mondo - Classici della Fantascienza Italianan. 17

Bruno Lazzari, Jonathan - Classici della Fantascienza Italianan. 18

Giuliano Giachino, Vampiro - Classici della Fantascienza Italianan. 19

Luigi Pachì, Giù nei territori - Classici della Fantascienza Italianan. 20

Enrico Di Stefano, Il record impossibile - Classici della Fantascienza Italianan. 21

Donato Altomare, Centro Ristrutturazione Temporale - Classici della Fantascienza Italianan. 22

Maico Morellini, La luce di Titano - I Necronautin. 1

Maico Morellini, I Mercanti di Morte - I Necronautin. 2

Enrica Zunic', Del nome dei numeri e della riparazione del cielo - La guerra di Ainn. 1

Enrica Zunic', Il dolore del marmo - La guerra di Ainn. 2

Enrica Zunic', La discesa interrotta dal rosa e dal blu - La guerra di Ainn. 3

Enrica Zunic', Seconda giustificazione: la macchina - La guerra di Ainn. 4

Dario Tonani, Mechardionica - Mechardionican. 1

Dario Tonani, Abradabad - Mechardionican. 2

Dario Tonani, Coriolano - Mechardionican. 3

Dario Tonani, Bastian - Mechardionican. 4

Dario Tonani, Miserable - Mechardionican. 5

, Tutti i mondi di Mondo9 - Odissea Digitaln. 1

Lanfranco Fabriani, Lungo i vicoli del tempo - Odissea Digitaln. 2

Patrizio Bongioanni, Il tesoro di Mazzini - Odissea Digitaln. 3

Danilo Arona, Santanta - Odissea Digitaln. 4

sco Grimandi, Il soffio della morte - Odissea Digitaln. 5

Paolo Ninzatti, Il volo del leone - Odissea Digitaln. 6

Emanuela Valentini, La sindrome di Cappuccetto Rosso - Red Psychedelian. 1

Emanuela Valentini, bAng bunny - Red Psychedelian. 2

Emanuela Valentini, La longa manus di Nonnina - Red Psychedelian. 3

Emanuela Valentini, Il sogno del Lupo - Red Psychedelian. 4

Emanuela Valentini, Re(d)wind - Red Psychedelian. 5

Paul Di Filippo, Il demolitore di astronavi - Robotican. 1

Robert J. Sawyer, Mikeys - Robotican. 2

Barbara Baraldi, Paziente 99 - Robotican. 3

Robert J. Sawyer, Sherlock Holmes e l'enigma definitivo - Robotican. 4

Nancy Kress, I fiori della prigione di Aulit - Robotican. 5

Paul Di Filippo, Bleb - Robotican. 6

Vittorio Catani, Replay di un amore - Robotican. 7

Robert J. Sawyer, Le spalle dei giganti - Robotican. 8

Nancy Kress, Come nascono i bambini - Robotican. 9

John W. Campbell, jr, La cosa - Robotican. 10

Peter Watts, Le cose - Robotican. 11

Aliette de Bodard, Immersione - Robotican. 12

Barry N. Malzberg, Una galassia di nome Roma - Robotican. 13

Robert J. Sawyer, Carnifex Rex - Robotican. 14

Paul Di Filippo, La singolarità ha bisogno di donne! - Robotican. 15

Paul Di Filippo, Solomon Kane: Fenomeni osservabili - Robotican. 16

Nancy Kress, Evoluzione - Robotican. 17

Lester Del Rey, Helen O'Loy - Robotican. 18

Peter Watts, Drone di morte - Robotican. 19

Paul Di Filippo, Nuvole e fuoco freddo - Robotican. 20

Tom Godwin, Le fredde equazioni - Robotican. 21

Dario Tonani, Le polverose conchiglie del mattino - Robotica.itn. 1

Denise Bresci, Nessun dubbio - Robotica.itn. 2

Giovanni De Matteo, Sulle ali della notte - Robotica.itn. 4

Vittorio Catani, La voce - Robotica.itn. 5

Alessandro Forlani, Sonno verde - Robotica.itn. 6

Giovanni De Matteo, Il lungo ritorno di Grigorij Volkolak - Robotica.itn. 7

Antonino Fazio, Zona infestata - Robotica.itn. 8

Clelia Farris, La madonna delle rocce - Robotica.itn. 9

Dario Tonani, Schiuma rossa - Robotica.itn. 10(in preparazione)

Valentino Peyrano, Il castello e il viandante - Tecnomanten. 1

Valentino Peyrano, Bema - Tecnomanten. 2

Valentino Peyrano, La strada verso nord - Tecnomanten. 3

Valentino Peyrano, Il resoconto di Karl - Tecnomanten. 4

Valentino Peyrano, Korman - Tecnomanten. 5

Valentino Peyrano, Il monaco apocrifo - Tecnomanten. 6

Valentino Peyrano, Di là dal mare, tra le isole - Tecnomanten. 7

Valentino Peyrano, Campo di maggio - Tecnomanten. 8

Valentino Peyrano, Goyon - Tecnomante 2n. 1

Fantasy

Carlo Vicenzi, La fortezza - Fantasy Tales I Cento Blasonin. 1

Carlo Vicenzi, Il prezzo del mercenario - Fantasy Tales I Cento Blasonin. 2

Carlo Vicenzi, Primo sangue - Fantasy Tales I Cento Blasonin. 3

Carlo Vicenzi, Perla imperfetta - Fantasy Tales I Cento Blasonin. 4

Luigi Brasili, Il tempio dei sette - Fantasy Tales I figli della notten. 1

Luigi Brasili, Stelle Cadenti - Fantasy Tales I figli della notten. 2

Andrea Franco, Il grande protettore - Fantasy Tales Il Canto delle Armin. 1

Andrea Franco, Il canto nero - Fantasy Tales Il Canto delle Armin. 2

Simonetta Fornasiero, Il figlio dell'unicorno - Fantasy Tales Il Necromanten. 1

Simonetta Fornasiero, L'abisso di Khantara - Fantasy Tales Il Necromanten. 2

Scilla Bonfiglioli, Specchi d'acqua - Fantasy Tales L'ultima soglian. 1

Scilla Bonfiglioli, I giardini delle fiamme - Fantasy Tales L'ultima soglian. 2

Scilla Bonfiglioli, La canzone dei lupi - Fantasy Tales L'ultima soglian. 3

Scilla Bonfiglioli, L'ultima soglia - Fantasy Tales L'ultima soglian. 4

Liudmila Gospodinoff, Nessuno è più ombra di me - Fantasy Tales La città delle ombren. 1

Liudmila Gospodinoff, Arrestate lo spettro - Fantasy Tales La città delle ombren. 2

Luca Di Gialleonardo, La daga di bronzo - Fantasy Tales La Fratellanza della Dagan. 1

Luca Di Gialleonardo, Iniziazione - Fantasy Tales La Fratellanza della Dagan. 2

Luca Di Gialleonardo, Traditori - Fantasy Tales La Fratellanza della Dagan. 3

Silvia Robutti, Aaron il grande - Fantasy Tales Under Legendn. 1

Silvia Robutti, La vergine veggente - Fantasy Tales Under Legendn. 2

Silvia Robutti, Burla Nanica l'Intrepida - Fantasy Tales Under Legendn. 3

Silvia Robutti, La bella addormentata - Fantasy Tales Under Legendn. 4

Emanuele Manco, I Daimon di Pandora - Urban Fantasy Heroesn. 1

Daniele Picciuti, Virtual Flux - Urban Fantasy Heroesn. 2

Eleonora Rossetti, Pathfinder: appeso a un filo - Urban Fantasy Heroesn. 3

Oriana Ramunno, Gli Dei di Akihabara - Urban Fantasy Heroesn. 4

Alain Voudì, Laguna Beige - Urban Fantasy Heroesn. 5

Giallo

Maurice Leblanc, L'arresto di Arsenio Lupin - Arsenio Lupinn. 1

Maurice Leblanc, Arsenio Lupin in prigione - Arsenio Lupinn. 2

Maurice Leblanc, L'evasione di Arsenio Lupin - Arsenio Lupinn. 3

Maurice Leblanc, Lupin e il viaggiatore misterioso - Arsenio Lupinn. 4

Maurice Leblanc, Arsenio Lupin e la collana della regina - Arsenio Lupinn. 5

Maurice Leblanc, Il sette di cuori - Arsenio Lupinn. 6

Maurice Leblanc, La cassaforte di madame Imbert - Arsenio Lupinn. 7

Luca Martinelli, Sherlock Holmes e il tesoro di Sir Francis Drake Sherlockianan. 1

Samuele Nava, Sherlock Holmes e la sfida dell'astrologo - Sherlockianan. 2

Luca Sartori, Sherlock Holmes e l'ultimo preraffaellita - Sherlockianan. 3

Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura del Carro di Tespi Sherlockianan. 4

Luca Martinelli, Sherlock Holmes e l'avventura della corsa Londra-Brighton Sherlockianan. 5

Enrico Solito, Sherlock Holmes e il mistero delle Dodici tavole Sherlockianan. 6

Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura dell'enigma da Krakatoa Sherlockianan. 7

Samuele Nava, Il trovatello di Baker Street - Sherlockianan. 8

Enrico Solito, Sherlock Holmes Christmas Carol - Sherlockianan. 9

Patrizia Trinchero, Il gioco è cominciato, Holmes! - Sherlockianan. 10

Enrico Solito, Sherlock Holmes e il caso del giocatore di scacchi Sherlockianan. 11

Luca Martinelli, Sherlock Holmes e il caso dei fidanzatini sfortunati Sherlockianan. 12

Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura della tredicesima porta Sherlockianan. 13

Luca Sartori, Il cane e l'anatra - Sherlockianan. 14

Samuele Nava, Sherlock Holmes batte un colpo - Sherlockianan. 15

Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura della spia austriaca Sherlockianan. 16

Samuele Nava, La sindrome di Sherlock Holmes - Sherlockianan. 17

Enrico Solito, Sherlock Holmes e il caso della Calcutta Cup - Sherlockianan. 18

Luca Martinelli, Sherlock Holmes e l'avventura dello scrigno nero Sherlockianan. 19

Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura del demone cinese Sherlockianan. 20

Samuele Nava, Sherlock Holmes sull'isola dei cani - Sherlockianan. 21

Patrizia Trinchero, Punti di vista - Sherlockianan. 22

Enrico Solito, Sherlock Holmes e il mistero della slitta - Sherlockianan. 23

Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura del Villaggio silente Sherlockianan. 24

Stefano Attiani, Sherlock Holmes e l'avventura del licantropo Sherlockianan. 25

Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura del gemito del neonato Sherlockianan. 26

Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura del teschio deforme Sherlockianan. 27

Elena Vesnaver, Sherlock Holmes e il caso dell'unicorno nero Sherlockianan. 28

Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura del fantasma senza testa Sherlockianan. 29

Enrico Solito, Sherlock Holmes e il caso della deduzione errata Sherlockianan. 30

Elena Vesnaver, Sherlock Holmes e le ragazze di Madame Jai Sherlockianan. 31

Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura del Krisna di Kangra Sherlockianan. 32

Marco Paracchini , Sherlock Holmes e il licantropo di Huntingdon Sherlockianan. 33

Enrico Solito, Sherlock Holmes e il caso dell'omicidio in flagrante Sherlockianan. 34

Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l’avventura del vecchio soldato Sherlockianan. 35

Enrico Solito, Sherlock Holmes e la strana avventura di Dorando Pietri -

Sherlockianan. 36

Enrico Solito, Sherlock Holmes e la dodicesima notte - Sherlockianan. 37

Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l’avventura dell’ombra assassina Sherlockianan. 38

Enrico Solito, Sherlock Holmes e il caso della Paradol Chamber Sherlockianan. 39

Luciano Bacchin, Sherlock Holmes: la sfida degli spettri - Sherlockianan. 40

Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l’avventura del saltatore Sherlockianan. 41

Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'uomo di Piltdown - Sherlockianan. 42

Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura del minatore mattiniero Sherlockianan. 43

Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura del chimico avvelenato Sherlockianan. 44

Horror

Kealan Patrick Burke, Sepolto vivo - Halloween Nightsn. 1

Ronald Malfi, La casa in Cottage Lane - Halloween Nightsn. 2

Lisa Morton, La leggenda di Halloween Jack - Halloween Nightsn. 3

Simon Clark, Gerassimos Flamotas: un giorno di ordinaria follia + Alta tensione - Halloween Nightsn. 4

Brian James Freeman, Il mostro della notte - Halloween Nightsn. 5

Richard Chizmar, La notte del diavolo - Halloween Nightsn. 6

Norman Prentiss, La casa silenziosa - Halloween Nightsn. 7

Stewart O'Nan, I mostri - Halloween Nightsn. 8

Steve Rasnic Tem, Dolcetto o Scherzetto ad Halloween Street - Halloween

Nightsn. 9

Lisa Mannetti, 1925: Un Halloween a Fall River - Halloween Nightsn. 10

Trent Zelazny, Fame d'aria - Halloween Nightsn. 11

Elizabeth Voss, Peter Tackaberry, La signora che vive sulla scogliera Halloween Nightsn. 12

Romance

Mariangela Camocardi, Un angelo per me - ioni Romantichen. 1

Paola Picasso, Questione di pelle - ioni Romantichen. 2

Roberta Ciuffi, L'amore fa così - ioni Romantichen. 3

Ledra, L'abete perfetto - ioni Romantichen. 4

Angela Fassio, Brivido rosa - ioni Romantichen. 5

Roberta Ciuffi, Rob-S l'imperfetto - ioni Romantichen. 6

Paola Renelli, Un amore da prima pagina - ioni Romantichen. 7

Roberta Ciuffi, Grosso guaio al Peruviana - ioni Romantichen. 8

Mariangela Camocardi, Se perdo te - ioni Romantichen. 9

Serena Crescenzi, Il collezionista di ricordi - ioni Romantichen. 10

Macrina Mirti, Il canto del cuore - ioni Romantichen. 11

Emanuela Locori, Un tramonto a Thera - ioni Romantichen. 12

Carla Arduini, Non c'è dono più grande - ioni Romantichen. 13

Isabella Fracon, Non dimenticarmi - ioni Romantichen. 14

Laura Gay, Incantevole angelo - ioni Romantichen. 15

Patrizia Ines Roggero, Asso di cuori - ioni Romantichen. 16

Paola Picasso, La scelta - ioni Romantichen. 17

Macrina Mirti, Le ragioni del cuore - ioni Romantichen. 18

Giulia Dal Mas, La sposa nella torre - ioni Romantichen. 19

Scrittura creativa

Stefano Di Marino, L'eroe prima di tutto - Scuola di scrittura Scrivere actionn. 1

Stefano Di Marino, L'intreccio - Scuola di scrittura Scrivere actionn. 2

Laila Cresta, La grammatica fondamentale - Scuola di scrittura Scrivere benen. 1

Franco Forte, Come si scrive un film - Scuola di scrittura Scrivere cineman. 1

Andrea Franco, I segreti del Fantasy - Scuola di scrittura Scrivere Fantasyn. 1

Andrea Franco, I personaggi del Fantasy - Scuola di scrittura Scrivere Fantasyn. 2

Andrea Franco, I luoghi del fantasy - Scuola di scrittura Scrivere Fantasyn. 3

Andrea Franco, Dialoghi e descrizioni - Scuola di scrittura Scrivere Fantasyn. 4

Andrea Franco, La tecnica del fantasy - Scuola di scrittura Scrivere Fantasyn. 5

Andrea Franco, Lavorare sul testo - Scuola di scrittura Scrivere Fantasyn. 6

Marco P. Massai, Scrivere narrativa 1 - Show, don't tell - Scuola di scrittura Scrivere narrativan. 1

Marco P. Massai, Scrivere narrativa 2 - Il punto di vista - Scuola di scrittura Scrivere narrativan. 2

Marco P. Massai, Scrivere narrativa 3 - I dialoghi - Scuola di scrittura Scrivere narrativan. 3

Marco P. Massai, Scrivere narrativa 4 - I personaggi - Scuola di scrittura Scrivere narrativan. 4

Marco P. Massai, Scrivere narrativa 5 - Presentarsi agli editori - Scuola di scrittura Scrivere narrativan. 5

Spionaggio

Stefano Di Marino, Peccati mortali - Dream Forcen. 1

Stefano Di Marino, Affari proibiti - Dream Forcen. 2

Stefano Di Marino, L'isola delle mantidi - Dream Forcen. 3

Stefano Di Marino, Femmine carnivore - Dream Forcen. 4

sco Perizzolo, Hamburg Connection - Dream Forcen. 5

Romano De Marco, Chris Lupo: sesso e fuoco - Dream Forcen. 6

Stefano Di Marino, La preda - Dream Forcen. 7

Stefano Di Marino, Mercanti di schiave - Dream Forcen. 8

Stefano Di Marino, 100 femmine sul ghiaccio - Dream Forcen. 9

sco Perizzolo, Il morso del Kobra - Dream Forcen. 10

Stefano Di Marino, La contessa nuda - Dream Forcen. 11

sco Perizzolo, La vendetta del Kobra - Dream Forcen. 12

Romano De Marco, Missione Granny - Dream Forcen. 13

Stefano Di Marino, Profondo blu - Dream Forcen. 14

Stefano Di Marino, La sirena insanguinata - Dream Forcen. 15

Alessio Gallerani, Azzardo nucleare - Dream Forcen. 16

Andrea Valeri, La stretta del granchio - Dream Forcen. 17

Giampiero Guerra, Chi è senza peccato - Dream Forcen. 18

Sadie Löve, Una bambola per Amanda - Dream Forcen. 19

sco Perizzolo, Guerra fredda, sangue caldo - Dream Forcen. 20

Sadie Löve, Perversione di tendenza - Dream Forcen. 21

sco Perizzolo, La dama del dolore - Dream Forcen. 22

Marco Donna, Tango extasy - Dream Forcen. 23

Andrea Valeri, Fiore di ghiaccio - Dream Forcen. 24

Alessio Gallerani, Artiste della morte - Dream Forcen. 25

Romano De Marco, Kiss kiss gang bang - Dream Forcen. 26

Alessio Gallerani, Gibilterra di sangue - Dream Forcen. 27

Andrea Valeri, Magma infernale - Dream Forcen. 28

Stefano Di Marino, Idoli di smeraldo - Dream Forcen. 29

Marco Donna, Operazione Petit-beurre - Dream Forcen. 30

Sadie Löve, Strettamente personale - Dream Forcen. 31

Alessio Gallerani, Death moon - Dream Forcen. 32

Andrea Valeri, Una Tomba per Krissa - Dream Forcen. 33

Stefano Gerosa, Velluto rosso - Dream Forcen. 34

Marco Donna, Oriente estremo - Dream Forcen. 35

Steampunk

Roberto Guarnieri, Il Circolo dell'Arca - Il circolo dell'Arcan. 1

Roberto Guarnieri, La macchina delle vite perdute - Il circolo dell'Arcan. 2

Roberto Guarnieri, I misteri di Samotracia - Il circolo dell'Arcan. 3

Roberto Guarnieri, Fumo di Londra - Il circolo dell'Arcan. 4

Roberto Guarnieri, Il mistero della Divina Commedia - Il circolo dell'Arcan. 5

Alain Voudì, Arrivo a Trainville - Trainvillen. 1

Alain Voudì, Alla scoperta di Mister Pennyworth - Trainvillen. 2

Alain Voudì, Trainville: Andata e ritorno - Trainvillen. 3

Alain Voudì, Fuga da Trainville parte I - Trainvillen. 4

Alain Voudì, Fuga da Trainville parte II - Trainvillen. 5

Storico

Salvo Figura, La terra, il cielo e il costato - History Crimen. 1

Marco P. Massai, La maschera di Pietrasanta - History Crimen. 2

Manuela Costantini, Il ritorno del se - History Crimen. 3

Claudio Costa, Morgengab - History Crimen. 4

Marco Frosali, Chirone - History Crimen. 5

Maria Michela Lieto, Il peccato della sirena - History Crimen. 6

Samuele Nava, Caccia all'untore - History Crimen. 7

Luca Di Gialleonardo, Il calice della vendetta - History Crimen. 8

Marzia Musneci, Idi di agosto - History Crimen. 9

Franco Forte, Amore e sangue - History Crimen. 10

Patrizia Debicke, La Congiura Philippe le Bon - History Crimen. 11

Antonio Tenisci, La Madama - History Crimen. 12

Tecnologia

Carlo Mazzucchelli, Tablet: trasformazioni cognitive e socio-culturali TechnoVisionsn. 1

Carlo Mazzucchelli, Internet e nuove tecnologie: non tutto è quello che sembra TechnoVisionsn. 2

Antonio Fiorella, Approdo della ricerca scientifica nella metafisica TechnoVisionsn. 3

Carlo Mazzucchelli, Tablet a scuola: come cambia la didattica TechnoVisionsn. 4

Carlo Mazzucchelli, La solitudine del social networker - TechnoVisionsn. 5

Luigi Pachì, Enterprise Mobility: l’interazione al centro - TechnoVisionsn. 6

Antonio Fiorella, DD - Il Drone di Dio - TechnoVisionsn. 7

Carlo Mazzucchelli, Nei labirinti della tecnologia - TechnoVisionsn. 8(in

preparazione)

Thriller

Franco Forte, Fuga d'azzardo - Delos Crimen. 1

Sergio Donato, Scorreva rabbia - Delos Crimen. 2

Annamaria Fassio, L'anno dello sbarco - Delos Crimen. 3

Carlo Parri, Si chiamava Nina - Delos Crimen. 4

Alain Voudì, RIG - Delos Crimen. 5

Cinzia Bettineschi, Cutter - Delos Crimen. 6

Diego Lama, La casa degli amori segreti - Delos Crimen. 7

Diego Di Dio, Scala reale - Delos Crimen. 8

Carlo Parri, Né triste, né allegro - Delos Crimen. 9

Mauro Marcialis, Tutte le donne di Sid - Delos Crimen. 10

Fabio Ancarani, Il volo della lumaca - Delos Crimen. 11

Andrea Franco, Lo sguardo del diavolo: Jeffrey Dahmer - Serial Killern. 1

Fabio Oceano, La quarta vittima - Serial Killern. 2

Umberto Maggesi, Io, il mostro - Serial Killern. 3

Andrea Franco, Lungo la via del pensiero - Serial Killern. 4

Fabio Oceano, Freeway killer - Serial Killern. 5

Luca Di Gialleonardo, Big Ed - Serial Killern. 6

Manuela Costantini, Quasi sempre a ottobre - Serial Killern. 7

Fabio Oceano, Lo sciamano - Serial Killern. 8

Zombie

Franco Forte, Stazione 27 - The Tuben. 1

Ilaria Tuti, Carlo Vicenzi, La fame e l'inferno - The Tuben. 2

Antonino Fazio, Alain Voudì, Giorno Zero - The Tuben. 3

Ilaria Tuti, Ceneri - The Tuben. 4

Scilla Bonfiglioli, Progetto Bokor - The Tuben. 5

Antonino Fazio, Alain Voudì, Il bacio della morte - The Tuben. 6

Fabio Pasquale, Michela Pierpaoli, Legame di sangue - The Tuben. 7

Carlo Vicenzi, Roberto Zago, L'alveare - The Tuben. 8

Ilaria Tuti, Nido di carne - The Tuben. 9

Fabio Pasquale, Andrea Ferrando, Siamo legione - The Tuben. 10

Franco Forte, Stazione 28 - The Tuben. 11

Alain Voudì, Franco Forte, Rinascita - The Tube 2n. 1

Liudmila Gospodinoff, Lia Tomasich, Scacco alla Regina - The Tube 2n. 2

Diego Matteucci, La svolta - The Tube 2n. 3

Luigi Brasili, Il lupo - The Tube Exposedn. 1

Roberto Zago, L'antro di Jona - The Tube Exposedn. 2

Diego Lama, Il cacciatore - The Tube Exposedn. 3

Camilo Cienfuegos, I ripulitori - The Tube Exposedn. 4

Diego Matteucci, Il tempio della notte - The Tube Exposedn. 5

Luca Romanello, Via di fuga - The Tube Exposedn. 6

Luigi Brasili, Il ritorno del Lupo - The Tube Exposedn. 7

Andrea Montalbò, Paranoia Park - The Tube Exposedn. 8

Andrea Franco, Luca Di Gialleonardo, Di fame e d'amore - The Tube Exposedn. 9

Lia Tomasich, Family Reunion - The Tube Exposedn. 10

Luca Romanello, Veleno dentro - The Tube Exposedn. 11

Antonino Fazio, Survive - The Tube Exposedn. 12

Camilo Cienfuegos, I ripulitori e l'abisso - The Tube Exposedn. 13

Diego Matteucci, Il bianco e il nero - The Tube Exposedn. 14

Lia Tomasich, Rescue Team - The Tube Exposedn. 15

Andrea Montalbò, Paranoia Park - Il branco - The Tube Exposedn. 16

Massimiliano Giri, Madre di sangue - The Tube Exposedn. 17

Alan D. Altieri, Cold Zero - Parte prima - The Tube Nomadsn. 1

Alan D. Altieri, Cold Zero - Parte Seconda - The Tube Nomadsn. 2

Danilo Arona, Ghost in the machine - The Tube Nomadsn. 3

Massimo Rainer, Katakombs - The Tube Nomadsn. 4

Andrea Novelli, Gianpaolo Zarini, Shockwave - The Tube Nomadsn. 5

Sonia Tortora, Dead Air - The Tube Nomadsn. 6

Antonino Fazio, Spectrum 3 - The Tube Nomadsn. 7